lunedì 7 maggio 2012

Juventus, una ventata di novità al calcio italiano



La Juventus, imbattuta e detentrice della miglior difesa del campionato, ha messo in bacheca uno scudetto ampiamente meritato. Per il calcio italiano si tratta di un successo che profuma di novità. Se negli anni passati ad imporsi erano state squadre che trionfavano principalmente grazie all'estro dei singoli (il Milan di Ibrahimovic o l'Inter di Eto'o e Milito) e senza un vero e proprio 'gioco', quello della selezione bianconera è stato il trionfo del collettivo, di un gruppo in cui ogni strumento è stato sapientemente gestito dal sapiente direttore d'orchestra Antonio Conte.Il tecnico leccese dimostrò sin dagli albori dell'autunno di essere un allenatore di valore. Da sempre, infatti, il suo credo tattico era improntato sul 4-2-4, modulo con cui aveva costruito le sue fortune in cadetteria, ultima delle quali la promozione con il Siena dello scorso anno. Conte voleva adottare questo schema anche alla Juventus ed in questo senso si era mossa la società in sede di calciomercato (emblematici in tal senso gli acquisti di due oggetti misteriosi come Elia ed Estigarribia). 
Dopo le prime giornate, tuttavia, il 42enne pugliese si accorse che il 4-2-4 poco rispondeva concretamente alle reali caratteristiche dei giocatori a disposizione. La flessibilità e la capacità di saper riconoscere i propri sbagli è una dote fondamentale in un allenatore, se non proprio la sua principale arma vincete: ricordate, da contraltare, l'irrazionale integralismo di Del Neri con il suo amato 4-4-2?
Conte ha cambiato più volte uomini e schemi nel corso la stagione ed in relazione alla condizione fisica dei suoi e degli avversari, trovando infine la quadratura del cerchio con il 3-5-2, modulo che ha esaltato un reparto difensivo che potrà fare le fortune anche della Nazionale. 

Ciò che davvero ha stupito di questa Juve, tuttavia, è il gioco. Se il Barcellona ha fatto scuola in questi anni con un calcio basato quasi totalmente sul possesso palla, quella della compagine bianconera potrebbe rappresentare un'ulteriore evoluzione del progetto blaugrana. Partendo da un pilastro come Andrea Pirlo (uno degli acquisti più azzeccati della storia per rapporto qualità/prezzo), Conte ha creato un centrocampo composto da elementi in grado di 'dare del tu' alla palla, alternando ad un possesso della sfera di qualità delle verticalizzazioni improvvise e mortifere. In questo disegno tattico un ruolo fondamentale è anche quello ricoperto dagli esterni, capaci di interpretare al meglio sia le situazioni d'attacco che di difesa. Che la Juventus sia un collettivo ormai consolidato, inoltre, lo si intuisce anche (e soprattutto) in fase di non possesso palla, quando i giocatori, supportati da una carica agonistica feroce, attuano un pressing coordinato ed organizzato, volto ad un rapido recupero della sfera. 

L'impressione è che il nuovo modello Juve possa ricevere presto importanti consensi anche in Europa. Inoltre costituisce anche la palese dimostrazione di come per vincere e divertire non sia affatto necessario investire su stranieri dalle non sempre assodate qualità, avendo sempre schierato i bianconeri almeno 7/8 italiani in campo. 

Federico Militello

1 commento:

  1. Esprimo la mia opinione avendo seguito per il Blog tutto l'anno la SerieA. Credo sia uno scudetto meritato per la Juventus e vanno fatti i complimenti ad Antonio Conte per aver realizzatto qualcosa di imprevedibile ad inizio d'anno. Anche quest'anno la difesa migliore del campionato ha portato il tricolore e qui sta proprio la differenza tra la stagione della Juve e quella del Milan. Anche il numero degli infortunati in casa rossonera non sono una variabile da escludere e credo che le ultime giornate con il rinnesto di Cassano e Boateng può confermare che questa stagione poteva avere un finale completamente diverso. La Champions League ha tolto energie soprattutto a livello mentale, pagando poi con la sconfitta con la Fiorentina e il pareggio con il Bologna. Allegri ha secondo me commesso alcuni errori imperdonabigli: la scelta di rischiare Boateng con l'Arsenal e Thiago con la Juve hanno portato entrambi a stare lontano dal campo per troppo tempo, la decisione di non cambiare mai modulo e continuare ad insistere nel momento chiave del campionato ( Fiore e Bologna) su giocatori stanchi ed in evidente calo di condizione come Seedorf e Robinho.
    Sul parogone Juventus-Barcellona ho qualche dubbio: i catalani hanno costruito un ciclo partendo da una vittoria in Europa (la finale di Roma di Champions)mentre la Juve deve dimostrare ancora il suo valore europeo, essendo stata per alcune stagioni lontana dalla Coppa dalle grandi orecchie.

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