A Bilbao (Spagna), nella sedicesima Coppa
Europa dei 10000 metri
di atletica leggera, la squadra
femminile non riesce a confermare il titolo conquistato a Oslo (Norvegia)
dodici mesi fa. Nonostante un’ottima prestazione delle azzurre presenti, le
britanniche riescono a fare meglio di una quindicina di secondi e portano a
casa il trofeo (1h36:25.47 contro 1h36:40.14). La migliore delle nostre è stata
Nadia Ejjafini: con una gara
condotta per larghi tratti nel gruppo di testa, l’italo-marocchina ha
nettamente migliorato il suo personale e si è piazzata al quinto posto, come
l’anno scorso, con un buon 31:45.14.
Sono, però, quei quattordici centesimi a rovinarle la festa visto che non le
permettono di strappare il pass olimpico: c’è ancora tempo per arrivarci, ma
che sfortuna e che rammarico. Oggi si deve consolare con il minimo per gli
europei di Helsinki dove le faranno compagnia Valeria Straneo (32:15.87, sesta oggi) ed Elena Romagnolo (32:39.12, decima in coppa). Delusione dalla
tricolore Federica Dal Ri che chiude
addirittura ventinovesima (34:12.88) e da Silvia
Weissteiner (diciassettesima con 33:13.67, stagional best ma ben sotto le
sue possibilità, che sicuramente valgono almeno la rassegna continentale).
Peccato per Claudia Pinna,
dodicesima, che manca il biglietto per la Scandinavia solo per 2’’37. A vincere
la competizione è stata la portoghese Sara Moreira, al secondo successo
consecutivo, che ha staccato tutte le avversarie con estrema facilità nel
finale di percorso e si è imposta con 31: 23.51, suo personale.
Tutto
male, invece, al maschile. Daniele
Meucci, migliore tra gli azzurri, con buone prospettive per il futuro, è
rimasto a caso per i postumi di un’influenza; Andrea Lalli era il più atteso oggi ma si è ritirato a metà gara,
probabilmente per un risentimento muscolare. A questo punto il ruolo del
miglior azzurro è spettato a Stefano La
Rosa che ha terminato la prova con un discreto 28:34.54 e il quinto posto
assoluto. Il successo è andato, a sorpresa, al turco Arikat Kemboi che ha
sorpreso nel finale lo spagnolo Lambdassem; gli iberici, comunque, hanno
portato a casa la coppa a squadre per il secondo anno consecutivo (secondo, terzo,
quarto i loro tre miglior piazzati). Gli altri ragazzi: il maratoneta Ruggero Pertile si è ben difeso realizzando il personale
(28:54.45) e finendo all’undicesimo posto; Simone
Gariboldi in
29:45.70; Daniele Caimmi in 29:56.10
Dall’atletica altri risultati da segnalare in
ambito italiano. Al venticinquesimo Meeting
Internazionale di Ginevra, disputato nella giornata di sabato, gli italiani possono uscirne
soddisfatti nel complesso. Vale il discorso fatto l’altro giorno: se dobbiamo accontentarci
di minimi olimpici strappati con i denti e di prestazioni abbastanza incolori,
allora quanto fatto in Svizzera va bene.
Protagoniste di giornata sono state le ostacoliste.
Manuela Gentili è seconda nei 400hs
con 55.58, tempo che le consente di
partecipare agli Europei di Helsinki ma che la estromette momentaneamente
da Londra per soli otto centesimi. Da sottolineare comunque il netto
miglioramento rispetto al Golden Gala di giovedì dove aveva corso in 56.36. In
risalto anche Micol Cattaneo. La
30enne comasca è stata capace di abbassare il suo tempo tra batterie e finali
(da 13.12 a
13.07) finendo dietro al tandem francese per un soffio. È un crono alto per i
giochi olimpiadi, ma sufficiente per aggiungersi alla spedizione finlandese con
Marzia Caravelli (12.85), Veronica Borsi (13.05) e Giulia Pennella, che oggi a Orvieto ha ritoccato il suo personale in
13.06.
Se si diceva che il movimento giovanile è in
evidente crisi e in pochi hanno la voglia di salvarlo, uno di questo è Lorenzo Perini. Il
17enne di Saronno continua a macinare record su record nei 110 hs under 20 e ferma il cronometro a 13.66, migliorando
il suo personale con barriere da 1 metro .
Accanto a una lieta notizia, ovviamente, non
potevano magari le dolenti note. Andrew Howe è tornato in pista dopo il brutto infortunio dell’anno
passato; prova con i 200
metri , fa metà gara in testa, sembra produrre anche una buona falcata ma
all’uscita dalla curva è costretto a fermarsi a causa di un fastidio a una
coscia. Sembra di rivedere i
fantasmi di Annecy 2008, ma soprattutto è l’addio quasi definitivo a Londra
2012 e la fine sportiva di una promessa mai sbocciata per i troppi stop che
hanno caratterizzato la sua carriera.
Stefano Villa
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