venerdì 1 giugno 2012
Italia, ma dove vogliamo andare?
"Se ce lo chiedessero per il bene del calcio italiano, non sarebbe un problema non andare agli Europei", questa la provocazione lanciata dal ct Prandelli nel corso della mattinata. Un'ipotesi che, dopo l'umiliante sconfitta per 0-3 patita questa sera con la Russia, andrebbe seriamente presa in considerazione, perché ci risparmierebbe quella che si preannuncia un'esperienza forse anche peggiore dei Mondiali di Sud Africa 2010.
Non ha funzionato nulla: difesa imbarazzante, gioco lento, macchino e lezioso, giocatori spaesati, demotivati e spesso fuori ruolo, attaccanti che non la buttano dentro mai e poi mai. Inutile girarci attorno: se con la Spagna, tra nove giorni, offriremo una prestazione similare a quella di oggi, rischieremo una figuraccia storica, magari con punteggio tennistico.
Vediamo nel dettaglio cosa non ha funzionato nella selezione tricolore.
1) Una difesa inquietante. L'assenza di Chiellini non può bastare da sola a spiegare delle disattenzioni colossali. Maggio, che da anni nel Napoli gioca da esterno di centrocampo, non riesce proprio ad adattarsi alla difesa a quattro, ma i vari Bonucci, Barzagli, Balzaretti ed Ogbonna (tra l'altro fuori ruolo, perché non è un terzino sinistro) non hanno di certo incantato, anzi. L'Italia ha concesso almeno 8 palle gol nitide alla Russia, colpa anche di un centrocampo molle e senza filtro. E allora viene da chiedersi: perché Prandelli si ostina ad insistere sul 4-3-1-2 (Montolivo, come trequartista, davvero non sa che pesci prendere)? Non sarebbe meglio puntare (con sei bianconeri titolari) sul 3-5-2 di stampo juventino, che tra l'altro consentirebbe anche di sfruttare al meglio Maggio e Balzaretti? Mondiali ed Europei si vincono principalmente con la difesa. Sotto questo punto di vista, non ci siamo proprio. Prandelli continua ad insistere sul presunto bel gioco, ma dobbiamo ricordarci chi siamo e che tipo di storia abbiamo alle spalle: caro Cesare, ricordati che il buon vecchio 'catenaccio' non invecchia mai.
2) Gioco lento e prevedibile. Va bene, qualche buona trama si è anche vista nel primo tempo, ma nel complesso la manovra è apparsa sovente troppo elaborata ed inevitabilmente prevedibile. L'impressione è che Pirlo non sia messo nelle migliori condizioni per esprimersi al meglio. A parziale scusante degli azzurri, questo con la Russia era il primo test amichevole dal mese di febbraio, l'unico prima degli Europei. Una miseria per dare un'identità precisa e consolidata ad una squadra.
3) Nelle ultime tre amichevoli l'Italia non ha segnato un solo gol. Un dato che fa riflettere. In attacco non diamo la sensazione di poter incidere con continuità. Tra Cassano e Balotelli l'intesa non c'è e non può esserci, perché insieme avevano giocato una sola volta, per di più 2 anni fa. Se aggiungiamo che Di Natale in azzurro mancava dai Mondiali del 2010, che Borini è un semi-debuttante e che Giovinco in campo internazionale fino ad ora non ha mai convinto, il quadro risulta quanto meno fosco: là davanti chi la mette dentro? Affidarsi al solo Balotelli potrebbe non bastare.
4) L'approccio alla partita. Gli azzurri sono parsi svuotati e demotivati, senza verve agonistica e, soprattutto, senza un briciolo di reazione di orgoglio dopo i gol subiti. E' la logica conseguenza di quanto avvenuto in questi giorni, in cui si è parlato sempre di scommesse e mai di calcio. Avevamo notato questo atteggiamento anche da parte di Prandelli e degli stessi giocatori ed il campo, purtroppo, ci ha dato ragione.
Per chiudere il cerchio, domenica prossima affronteremo la Spagna, con gli iberici che non aspettano altro che infliggere il colpo di grazia al nostro calcio. Azzurri, è tempo di tirare fuori l'orgoglio. Altrimenti è meglio stare a casa.
Federico Militello
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