sabato 9 giugno 2012

Italia-Spagna: la resa dei conti



Inutile girarci attorno: Italia-Spagna è la partita dell'anno. Una resa dei conti vera e propria: da una parte la nostra nazionale cercherà di ristabilire la solida gerarchia antecedente al 2008; dall'altro gli iberici punteranno a confermarsi la squadra leader degli ultimi anni. 
Gli Europei del 2008 si erano conclusi per gli azzurri ai quarti di finale, quando a fermarci furono proprio le Furie Rosse ai rigori. Da allora iniziò uno dei periodi più neri del nostro calcio, culminato con l'umiliante Mondiale di Sud Africa 2010. Piombata in un vero e proprio Inferno dantesco, l'Italia ha cercato di risollevarsi con la cura Prandelli, il quale ha intrapreso una rivoluzione copernicana e senza precedenti: basta catenaccio e contropiede, la parola d'ordine diventa qualità. Quattro anni dopo il cerchio si chiude: un Europeo si era chiuso con la Spagna, un altro incomincia nuovamente con i detentori del titolo. Un segno del destino?E' fondamentale ricordare come la cavalcata europea ed iridata dei rivali spagnoli sia iniziata proprio nel 2008 dopo aver superato ai rigori la selezione tricolore. L'Italia, infatti, per quasi un secondo ha rappresentato un autentico spauracchio per le Furie Rosse: basti considerare che nei 90 minuti non ci sconfiggono in una partita ufficiale dalle Olimpiadi di Anversa 1920! Logico, dunque, che con il venir meno del più grande tabù, seppur solo grazie ai penalties, la Spagna abbia acquisito quella forza mentale che le avrebbe consentito di raggiungere il trono del mondo. 

Da allora l'atteggiamento degli iberici nei nostri confronti è considerevolmente mutato: se prima, da eterni perdenti, criticavano la qualità del nostro calcio, ritenuto estremamente difensivo e poco spettacolare, ora che hanno vinto hanno assunto un posizione di assoluta supponenza e superiorità, tanto che molti giocatori della 'Roja' hanno affermato che i loro unici rivali saranno loro stessi. 

Inutile nascondere che sulla carta i favoriti saranno proprio loro. L'Italia, infatti, è giunta in Polonia nelle peggiori condizioni possibili. Lo scandalo scommesse che ha destabilizzato l'ambiente (anche se, per fortuna, negli ultimi giorni se ne è parlato molto meno), l'infortunio di Andrea Barzagli, nostro miglior difensore, un sonoro 0-3 subito dalla Russia in amichevole: tanti fattori che non inducono di certo all'ottimismo. 
Prandelli, tuttavia, si è rivelato ancora una volta un allenatore ragionevole e razionale: preso atto che, avuto riguardo alle caratteristiche dei suoi uomini ed alle indicazioni della Serie A, il 4-3-1-2 non poteva funzionare, ha finalmente virato sul più consono 3-5-2, che Olimpiazzurra auspicava sin dal mese di febbraio.
Certo, De Rossi difensore centrale rappresenta una vera e propria scommessa, anche se il 28enne ha già dimostrato di poter disimpegnarsi al meglio in quel ruolo nella Roma. In fondo, poi, solo i temerari hanno il coraggio di rischiare e la fortuna spesso aiuta gli audaci. 
La difesa a tre, inoltre, consentirà alla nostra nazionale di sfruttare un elemento letale sulla fascia destra come Cristian Maggio, il quale potrebbe mettere in seria difficoltà con le sue sgroppate il terzino sinistro iberico Jordi Alba: una delle chiavi decisive del match potrebbe essere proprio questa. 
Senza il trequartista, poi, l'Italia non solo risulterà più coperta dietro, ma potrà contare anche sugli inserimenti di Marchisio e Thiago Motta, risultando quindi più imprevedibile. 
In attacco, infine, ci affideremo all'estro di Cassano e Balotelli.
Serve l'impresa, ma l'Italia ha una missione da compiere: ristabilire la consueta gerarchia con la Spagna. Sì, è proprio una resa dei conti.

Federico Militello

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