Lukas Hofer, lo scorso anno, è esploso nel gotha internazionale. Dopo alcuni anni difficili, per la squadra italiana di biathlon sembra tornata la luce. Tanti ragazzi giovani e di belle speranze. Tra questi Dominik Windisch, che già lo scorso anno si è fatto notare nel circuito maggiore in occasione dei Campionati Mondiali. Tutto il movimento sembra proiettato verso un futuro radioso, con tante nuove leve di belle speranze. Uno di questi è proprio il 22enne di Brunico, che ci ha rilasciato in esclusiva questa intervista.
Com'è andata la preparazione estiva?
"La preparazione estiva è andata abbastanza bene: sono riuscito a migliorarmi in entrambe le discipline, tiro e sci di fondo, raggiungendo i miei obiettivi. Peccato che ogni tanto avessi dei problemi fisici, che seppur non gravi, hanno leggermente condizionato gli allenamenti, come per esempio una storta o altre cose simili. Abbiamo fatto dei bei ritiri con i ragazzi della squadra nazionale B e siamo andati davvero in tantissimi posti: Forni Avoltri, Obertilliach, Bessans o Dobbiacco. Talvolta ero a casa ed in questo caso mi allenavo da solo, ad Anterselva o Obertilliach. Naturalmente seguivo il programma che mi davano i tecnici. A volte veniva con me anche il mio allenatore, Alexander Inderst, per tenermi d'occhio".
Che tipo di atmosfera si respirava in squadra?
"In squadra eravamo tutti molto tranquilli e uniti, eravamo davvero un bel gruppo, ragazzi e ragazze. A volte ci facevamo degli scherzi, ma quando c'era da impegnarsi eravamo tutti seri e ci aiutavamo a vicenda".
Passando a cose più tecniche: hai investito più tempo nell'allenamento al tiro o nel passo sugli sci?
"Di sicuro puntavo di più a migliorare sulle sessioni di tiro, anche se questo non significa che avrei abbandonato l'allenamento per la sciata. Di certo mi sono allenato di più che l'anno scorso".
Cosa ti ha spinto a iniziare la pratica del biathlon?
"Mi ha influenzato mio fratello Markus, che quando ero piccolo praticava già questo sport. L'ho sempre visto un po' come un punto di riferimento e mi dicevo che mi sarebbe piaciuto diventare come lui. Inoltre abito in Val Anterselva, davvero a due passi dallo stadio dove si tengono le gare di Coppa del Mondo. Mio padre mi portava spesso a vederle e io mi divertivo un sacco. Credo che questi due fattori siano stati la causa principale del nascere di questa passione".
Hai capito subito che quella sarebbe stata la sua strada o inizialmente la vedevi solo come un gioco?
"Già da piccolo pensavo che mi sarebbe piaciuto, ma in verità non ero tanto bravo e mi capitava anche di finire ultimo nelle gare. Poi, a 15 anni, è scoppiata la passione, e mi sono iscritto alla squadra sportiva di Malles, che in quel periodo mi ha aiutato molto. Gli anni che ho passato con loro mi sono piaciuti molto e sono riuscito ad aumentare tantissimo il mio livello dal punto di vista sportivo".
Lo scorso anno hai gareggiato molto in Continental Cup. Quanto credi possa servirti per il passaggio graduale in Coppa del Mondo?
"Di sicuro mi ha permesso di fare tanta esperienza e facendo anche delle comparse in Coppa del Mondo ho potuto capire come la preparazione sia diversa, in quanto rispetto alle gare, per esempio, di Ibu Cup, bisogna tenere conto delle esigenze televisive".
Ti aspetti di venire convocato per le gare di Oestersund (Svezia), apertura della stagione di Coppa del Mondo a fine Novembre?
"Naturalmente tutti vogliono partecipare al massimo livello, ma io preferisco non farmi queste domande, perchè mi distraggono dalle cose che devo fare per raggiungere il mio obiettivo. Prima devo svolgere al meglio i miei compiti, poi si vedrà. Naturalmente i meritevoli avranno quest'occasione, mentre gli altri cercano di fare di tutto per raggiungere il loro livello".
Verso la fine della scorsa stagione hai gareggiato ai Mondiali, in particolare nell'Individuale. C'era un po' di emozione per far parte di una rassegna così importante?
"Certo, è stato il mio esordio in un contesto di Coppa del Mondo! Sono stato teso per tutta la giornata e per fortuna che c'era mio fratello, che avendo più esperienza di me riusciva a tenermi calmo".
Sei rimasto soddisfatto di come sono andate le cose in quell'occasione?
"Sì, sono contento per la gara che ho fatto. Ho aperto con uno zero, e ho chiuso con quattro errori in totale su quattro poligoni. Ho dato il massimo e credo che meglio di così non sarei proprio riuscito a fare".
Nella squadra c'è anche tuo fratello Markus, di qualche anno più grande. Come vivete questo "dualismo"?
"Non lo vedo come un dualismo. Certo, in gara siamo avversari e non ci regaliamo niente l'uno con l'altro. Però rimane sempre mio fratello e sono contento se una gara gli va bene. Mi sa che qualche volta, guardandolo in TV, ero più emozionato io di lui".
Anche per lui i Mondiali dello scorso anno sono stati emotivamente difficili per il risultato della staffetta. Come lo vedevi dopo quella gara?
"Ecco, questo è uno dei casi in cui ero davvero teso, forse più di lui, perchè stavo guardando tutto dal punto di vista di uno spettatore. Alla fine ero comunque davvero orgoglioso di lui, perchè è stato in grado di arrivare a giocarsi una medaglia pesante ai Mondiali e non sono in tanti quelli che possono dire lo stesso della propria carriera".
Immagino invece che sia stato un tripudio per il bronzo di Lukas Hofer nella mass start. E' stata una spinta per voi a provare a fare sempre meglio?
"Certo, tutta la squadra lo vede come un termine di paragone, perchè lui è diventato uno dei biathleti più forti in circolazione. E' la locomotiva della squadra e nei test proviamo ad avvicinarsi il più possibile a lui, per quanto sia difficile".
Ormai manca poco alla nuova stagione. Quali sono i tuoi obiettivi?
"L'obiettivo numero uno è quello di migliorare al tiro e anche di fare dei progressi nel passo sugli sci. Se riesco a fare questo miglioramento, i risultati arriveranno da soli".
Quali sono le principali differenze di una serie di tiro da sdraiato o da in piedi?
"Da sdraiato sei più fermo e devi concentrarti di più sulla mira. Devi essere davvero molto concentrato, perchè ogni piccolo movimento può costare l'errore. Da terra il margine di errore(il movimento impercettibile massimo della carabina affinchè il colpo prenda il bersaglio) è di 0,2mm, mentre in piedi di 0,7mm. In questa seconda posizione è tutto diverso, è logico muoversi molto di più. Infatti non devi mirare il centro, ma essere pronto a premere il grilletto appena vedi il nero nel mirino. Devi essere pronto a reagire, anche qui molto concentrato".
Al di fuori del biathlon, quali sono i tuoi hobbies?
"Uno dei miei hobby è disegnare. Mi piace fare il portrait delle persone e se qualcuno fosse interessato lo prego d mandarmi un e-mail. Quando invece voglio rilassarmi guardo un film o ascolto della buona musica. Altrimenti il mio stesso allenamento, per esempio quando gioco a calcio, corro o vado in bici".
Quali sono stati invece i tuoi atleti di riferimento, i tuoi idoli?
"Naturalmente Markus, un vero punto di riferimento. Tra i professionisti di quando ero giovane Ole Einar Bjoerndalen e la squadra italiana degli anni '90".
Gianluca Santo
Nessun commento:
Posta un commento