domenica 17 giugno 2012

Tappa a Kangert, Giro di Svizzera a Rui Costa


Due corse in una, come nell’ultima cronometro: anche oggi il Giro di Svizzera, giunto all’ultima giornata, ha ricalcato questo schema. Da un lato, la fuga di giornata è composta dall’estone Tanel Kangert (Astana), dal francese Jérémy Roy (Fdjeux), dal passsistone Brent Bookwalter (BMC) e dal sempre presente Matteo Montaguti (Ag2r).
Si tratta di atleti senza velleità di classifica, e quindi il loro vantaggio assume proporzioni interessanti. Bookwalter è il primo a cedere,  mentre Montaguti molla sulla salita finale, pur con la soddisfazione della maglia verde di miglior scalatore. Nella volata a due Roy parte troppo lungo e consegna su un piatto d’argento la vittoria a Kangert, fin qui vincitore solamente di tre corse minori.
Dall’altro lato, i migliori della generale, con la bagarre accesa già sul secondo GPM hors categorie (il Glaubenberg, a 45 km dal traguardo) dal basco Mikel Nieve; Fränk Schleck risponde prontamente e poi resta solo, arrivando a guadagnare quasi un minuto allo scollinamento sul gruppetto dei migliori. Tuttavia, le tirate di un encomiabile Valverde, gregario di lusso per Rui Costa, portano il lussemburghese a desistere nel tratto di pianura successivo. Ripreso Schleck, scatta l’olandese Steven Kruijswijk, ottavo nella generale ad un minuto dal portoghese, assieme ad altri tre atleti; ancora una volta Valverde fa tutto da solo, per esaurire il suo incredibile lavoro sull’ascesa finale di Sörenberg che di fatto spiana ai 3 km dal traguardo. Il vantaggio dell’olandese è di una manciata di secondi, e nessun altro ha le forze per provarci sulla rampa conclusiva; Rui Costa può così festeggiare la sua bella vittoria in questo Giro di Svizzera, tredicesimo successo di una carriera che può dargli ancora tanto, considerando i suoi 26 anni. Sul podio anche Schleck e Leipheimer; il trentaduenne della RadioShack ha quantomeno tentato di scalfire la leadership del portoghese con un’azione tatticamente sfortunata, a differenza dello statunitense.  Sicuramente Rui Costa deve però cedere una certa parte del merito ad Alejandro Valverde che, nell’inusuale versione di gregario, ha contribuito in modo davvero importante al suo trionfo.

Marco Regazzoni

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