mercoledì 1 febbraio 2012

Il grido d'allarme di Dimitri Lauwers: "Ci sentiamo italiani, ma non per la Lega"



Sino alla stagione in corso la Lega Basket ha fissato le seguenti regole riguardo la possibilità di schierare giocatori stranieri da parte dei club, i quali potevano scegliere tra 2 alternative: o il 3+2 (tre extra-comunitari e 2 comunitari) o il 4+2 (quattro comunitari e 2 extracomunitari).
Il presidente di Lega Valentino Renzi, tuttavia, ha presentato alle società un nuovo progetto di riforma, che sarà votato dalla Corte Federale il 3 e 4 di febbraio: in sostanza, i club avranno l'opportunità o di schierare un roster composto da 10 atleti (5 italiani e 5 stranieri senza distinzioni tra comunitari e non) o uno da 12 (con 5 italiani, 3 extracomunitari e 4 comunitari). Inutile dire che quest'ultima ipotesi sarebbe, per usare un eufemismo, poco gradita al Coni, in quanto verrebbe concesso sempre meno spazio ai giocatori italiani, con risvolti decisamente negativi per una nazionale in crisi da quasi un decennio.


In questa vicenda che apparentemente sembra non accontentare nessuno, emerge seriamente il problema dei cosiddetti 'passaportati', ovvero quei giocatori nati all'estero ma ormai da diversi anni stabilitisi nel Bel Paese. Si tratta di atleti che parlano perfettamente la nostra lingua, hanno visto nascere qui i loro figli e che, dunque, si sentono italiani a tutti gli effetti. Per questo, giustamente, vorrebbero essere trattati come tali anche nelle regole  di eleggibilità sopracitate. La Federazione, infatti, considera italiani al 100% solo quei giocatori che si sono formati per 4 anni di fila nei vivai dei club dello Stivale. Il grido d'allarme giunge dalla guardia di origine belga Dimitri Lauwers, in Italia da ben 8 anni.. In rappresentanza di tutti i 'passaportati', infatti, la guardia della Scandone Avellino ha inviato la seguente comunicazione alla Lega ed alla Federazione.

"Spett.le
FEDERAZIONE ITALIANA PALLACANESTRO
e
LEGA PALLACANESTRO SERIE A e LEGADUE



Con la presente vorremmo porre alla vostra attenzione un problema attualmente oggetto di grande discussione, vale a dire la RIFORMA DEI CAMPIONATI ITALIANI, con specifico riferimento a ciò che concerne il tema della ELEGGIBILITA' DEI GIOCATORI stranieri, italiani e, nel nostro caso, dei cosiddetti PASSAPORTATI.

Premesso che ormai da qualche anno il concetto di formazione prevale su quello di nazionalità, con la presente vi chiediamo di riconoscere, attraverso gli accordi che prenderete nei prossimi incontri, il  diritto sacrosanto oltre che regolarmente acquisito di essere a tutti gli effetti Cittadini Italiani.

In considerazione del fatto che per gran parte di noi giocatori non è stato in alcun modo possibile disputare quattro anni di campionati giovanili nel territorio italiano (regola che in Italia è in vigore da alcuni anni), vorremmo soltanto che ciò non diventasse un fattore di discriminazione. Molti di noi infatti, vivendo da diversi anni in Italia e avendo imparato quasi alla perfezione la lingua della nostra Nazione, si sentono pienamente atleti di formazione italiana.

E' nostra intenzione perciò chiedere che venga ottenuto un riconoscimento particolare a quei giocatori che si trovano da diverso tempo in Italia e che militano nei diversi campionati italiani, certi e sicuri di sentirci pienamente coinvolti nel contribuire attivamente al processo di miglioramento della pallacanestro italiana.

Con l'auspicio che questo nostro appello possa esser accolto con la giusta e la dovuta considerazione e che possa portare ad una ragionevole e condivisa conclusione e rimanendo in attesa di un vostro gentile cenno di riscontro, vi porgiamo i nostri più cordiali saluti.


In rappresentanza dei "passaportati"
R. Amoroso, S. Becirovic, M.A. Binetti, B. Blizzard, K. Brucculeri, M. Casini, B. Cerella, D. Chiotti, T.Giovacchini, D.Fajardo, D. Lauwers, N. Mazzarino, F. Migliori, M. Nardi, S. Nicevic, A. Porta, P. Prato, J. Tavernari


Dimitri Lauwers"


La redazione di Olimpiazzurra non può che condividere il contenuto di questa lettera, auspicando che in tempi brevi la situazione possa mutare radicalmente, riconoscendo finalmente ai giocatori in questione il diritto non solo di essere concretamente italiani, ma anche , perché no, di vestire la maglia della nazionale azzurra.
La società globale è in rapida evoluzione ed è tempo che finalmente anche la pallacanestro si adegui e torni a stare al passo con i tempi.

Federico Militello

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