giovedì 2 febbraio 2012
Serie A: stadi obsoleti, si cambierà?; Milan, manca un regista
Il turno infrasettimanale appena trascorso verrà ricordato, più che per le partite giocate, per la neve caduta sui nostri stadi e che ha paralizzato mezza SerieA. Per fortuna si è anche giocato a pallone e le sorprese non sono di certo mancate: la Lazio batte il Milan e fa venire i primi dubbi sul reale valore dell'undici rossonero, la Roma crea e distrugge in quel di Cagliari, mentre a San Siro va in scena il Milito-Miccoli show.
Non è la prima e non sarà di certo l'ultima volta che verranno sospese delle partite in Italia causa inagibilità dei nostri stadi, ma in questa circostanza non è stato un solo match, ma ben quattro e per la precisione: Parma-Juventus, Siena-Catania, Bologna-Fiorentina, Atalanta-Genoa. Considerando scellerata la decisione della Federazione di far disputare questa giornata in questo periodo dell'anno, non si possono nascondere i problemi degli stadi italiani, che al minimo acquazzone o nevicata vanno letteralmente in tilt, diventando pericolosi per i tifosi e per gli addetti al lavoro. La legge sugli stadi va approvata il più velocemente possibile, perchè questo caos ci è già costata l'assegnazione di Euro 2012, finiti incredibilmente a Polonia-Ucraina.
Torniamo alle vicende di campo e apriamo il capitolo Milan, sconfitto meritatamente ieri sera da una Lazio cinicia e spietata, che grazie alle reti di Hernanes e Rocchi si rilancia anche nella corsa allo Scudetto. La squadra di Massimiliano Allegri fornisce l'ennesima brutta prestazione contro una big del nostro campionato, confermando un dato molto preoccupante per i rossoneri: zero vittorie contro le prime cinque della classifica, per un bilancio complessivo di due pareggi e tre sconfitte. Il problema maggiore per i campioni d'Italia è di natura mentale, anche ieri la formazione scesa in campo è sembrata bloccata, lentissima nel far girare la palla e nel cercare le fasce, come se la pressione, per il possibile sorpasso alla Juve, potesse oscurare qualsiasi idea di gioco. Il tecnico toscano ha provato per la prima volta dall'inizio il tridente offensivo, ma l'esperimento non ha dato i frutti sperati e nel secondo tempo è servito apportare qualche modifica allo schieramento. A questa squadra manca un regista, manca un uomo che detta i tempi a centrocampo, uno come andrea Pirlo, che sta facendo sognare la Juventus e che con le sue magie sta strappando il Tricolore ai suoi vecchi compagni.
Non bisogna però togliere i meriti alla squadra biancoceleste, che insieme all'Udinese rappresenta la sorpresa più bella del nostro campionato. Eddy Reja, ieri sera, ha compiuto una vera impresa: fermare il Milan senza Klose non era cosa facile, ma il tecnico friulano ha saputo toccare le corde giuste del proprio collettivo e ha dato pieno spazio alle geometrie di Ledesma (quanto farebbe comodo ai rossoneri) e alle magie di Hernanes, senza tralasciare lo spietato fiuto del gol di Tommaso Rocchi.
Se metà capitale esulta, l'altra metà piange e si arrabbia per aver perso tre punti dalla traferta di Cagliari. La Roma ha sbagliato l'impossibile in zona gol e ha commesso clamorosi errori difensivi, che hanno aperto le porte agli attaccanti sardi. Rigenerare uno come Thiago Ribeiro era un'impresa impossibile, ma la truppa giallorossa ci è riuscita, concedento al brasiliano di siglare una doppietta decisiva. Luis Enrique deve capire che in Italia vince chi prende meno gol e non chi ne fa di più e che non basta avere un gran possesso palla se poi non hai le punte che fanno gol. A questa squadra manca la cattiveria per chiudere le partite, per reagire alle difficoltà e forse qualche acquisto è stato un po' troppo sopravvalutato, vedi Gago e Bojan. L'allenatore spagnolo deve lavorare molto sulla sua retroguardia, che anche ieri sera si è fatta perforare in contropiede troppe volte, rimanendo completamente impreparata alle ripartenze veloci dei rossoblu, che ogni volta scendevano nell'area giallorossa creavano pericoli.
In una giornata pazza come quella di ieri non poteva non esserci un risultato sorprendente come il 4-4 di San Siro. In un campo imbiancato dalla neve caduta a Milano, Inter e Palermo hanno offerto uno spettacolo incredibili con due mattatori d'eccezzioni, che portano la firma di Diego Milito e Fabrizio Miccoli. Il principe nerazzurro è stato autore di un poker da favola, ma non è bastato a contribuire al successo della sua squadra, perché dall'altra parte il folletto leccese ha realizzato una spettacolare tripletta, permettendo al suo Palermo di tornare in Sicilia con un preziosissimo punto.
Si tratta dell'ennesima occasione persa dall'undici di Claudio Ranieri, che non solo vede scappare il treno Scudetto, ma anche le avversarie per il terzo posto hanno preso un buon margine e non danno il minimo sintomo di un possibile crollo.
Chi invece saluta definitivamente qualsiasi treno per l'Europa è il Napoli (in attesa della Coppa Italia), alla quarta partita consecutiva senza vittoria e fermato ieri sul pareggio interno senza reti dal Cesena. Sia Mazzarri che De Laurentis si sono lamentati dell'arbitraggio per il gol annullato all'ultimo minuto a Goran Pandev. La rete del macedone era regolare, ma la crisi dei partenopei non si può assolutamente attribuire alle sviste arbitrali, ma anzi ad un'involuzione del gioco di una squadra lontana parente di quella vista nelle partite di Champions quest'anno. Come abbiamo già detto e ripetuto più volte la causa principale degli insuccessi degli azzurri è la non capacità di reggere mentalmente e fisicamente al doppio impegno, avendo puntato tutto, sbagliando, sul fare bene in Coppa.
Chiudo il mio articolo con una bella storia, quella di Emiliano Mondonico, che farà il suo debutto questa sera nel posticipo contro il Chievo sulla panchina del Novara. Un ritorno importante per il Mondo, che un anno fa annunciava il suo ritiro dal calcio per combattere un grave tumore. Per fortuna l'ex allenatore di Torino ed Albinoleffe è riuscito a vincere la sua battaglia più dura ed ora è pronto ad ottenere un altro miracolo, stavolta sportivo: la salvezza del Novara.
Andrea Ziglio
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