Archiviata la 28esima giornata di Serie A, il Milan mantiene
quattro punti di vantaggio sulla Juventus seconda, mentre per il terzo posto la
lotta è ancora apertissima. Lazio, Napoli e Udinese se la giocano infatti in
due soli punti (48 i biancocelesti, 47 campani e bianconeri) e Inter e Roma (in
campo stasera contro il Genoa) sperano in un miracolo a 41. In coda, sembra
sempre più spacciato il Cesena, ma lo stesso discorso non vale più per un
ritrovato Novara che, dopo il ritorno di Attilio Tesser, insegue una clamorosa
salvezza a -8 dal quart’ultimo posto, attualmente occupato dal Siena di
Sannino.
La rete di Emanuelson dopo il dribbling a Mirante |
Partiamo dalla vetta, che vede vincere senza troppa fatica
un cinico Milan, guidato dal solito Zlatan Ibrahimovic e da un (ri)nato Urby
Emanuelson, ormai pedina fissa sulla trequarti rossonera, che nel sacco di
Parma (0-2) partecipa attivamente siglando un gran gol in contropiede. Certo,
nel primo tempo lo stesso eclettico olandese era stato autore di un errore
clamoroso a due passi dalla porta, ma le sue prestazioni convincono partita
dopo partita sempre di più la dirigenza di Via Turati e il mister Massimiliano
Allegri, il quale comunque ha sempre dimostrato grande stima nei confronti dell’ex
Ajax ed ora sta raccogliendo i frutti del proprio lavoro.
La gioia di Mirko Vucinic sabato sera a Firenze |
Per un Milan che abbraccia la sorpresa Emanuelson, c’è una
Juventus che ritrova i gol dei centrocampisti (Vidal, Marchisio, Pirlo e
Padoin) e, soprattutto, spera ancora nel tricolore spinta da un Mirko Vucinic
in stato di grazia. Il montenegrino dimostra di valere in pieno di 15 milioni
spesi quest’estate da Marotta e Agnelli, siglando il gol che apre le danze alla
manita bianconera a Firenze e
fornendo anche tre assist per i compagni. Se l’ex Roma manterrà la costanza,
unico grande difetto di questo potenziale top-player, la Juve darà filo da
torcere al Milan fino a maggio per la conquista dello scudetto.
Delude ancora l’Inter, bloccata sullo 0-0 casalingo dall’Atalanta
e dal secondo rigore fallito consecutivamente da Milito, ipnotizzato questa
volta da Consigli. Per Ranieri, dopo l’eliminazione-beffa dalla Champions
League, i risultati stentano ad arrivare e da ieri il tecnico romano ha una
grana in più, che porta il nome dell’uruguaiano Diego Forlan, il quale (pare)
si sia rifiutato di entrare in campo nella ripresa. L’allenatore minimizza e
smentisce l’accaduto, ma il clima ad Appiano Gentile è tutt’altro che roseo.
Clima non felicissimo neppure per le tre squadre che si
stanno giocando l’ultimo posto valido per l’approdo alla prossima Champions,
ovvero Lazio, Napoli ed Udinese. I biancocelesti, dopo l’illusione del derby,
sono incappati in due pesanti stop contro Bologna e Catania, giocando male e regalando
l’impressione di essere in debito d’ossigeno (merito per caso di un mercato di riparazione
inesistente?). Al “Massimino” va in onda l’ennesimo capolavoro tattico di
Vincenzo Montella, che porta i rossoblù a quota 41 punti (gli stessi dell’Inter):
questa volta il mattatore è Nicola Legrottaglie, difensore intelligente che,
dopo aver capito di non servire più alle big, si sta togliendo parecchie
soddisfazioni in Sicilia.
Discorso diverso invece per Udinese e Napoli, che non
sfruttano il k.o. dei ragazzi di Reja e danno vita ad un incontro spettacolare
al Friuli, compromesso, però, da una decisione esagerata dell’arbitro Rocchi
(quello di Inter-Napoli e Bologna-Milan, strano eh…) che espelle per un’inezia
Fabbrini e favorisce la rimonta insperata degli azzurri. Sugli scudi Edinson
Cavani, trascinatore dei suoi con una doppietta (nonostante un penalty fallito goffamente)
che spegne ogni velleità bianconera dopo le reti di Pinzi e Di Natale.
Scendendo in graduatoria, saluta virtualmente la serie A il
Cesena, che cade (nuovamente) a Cagliari sotto una tripletta di uno scatenato
Mauricio Pinilla. Per le altre due retrocessioni, infine, ci sarà da lottare
fino all’ultimo, poiché anche il Novara (penultimo) dimostra di esserci
espugnando il “Franchi” di Siena per 2-0. Chi rischia, o comunque non deve
sottovalutare assolutamente l’impegno, è la Fiorentina di Delio Rossi,
praticamente priva di gioco senza il talentuoso Jovetic nonostante giocatori di
qualità come Montolivo, Vargas e Cerci, che, ferma a quota 32 (solo +6 sul
Lecce terzultimo), evoca i fantasmi del recente passato chiamato Sampdoria.
Sulla carta i viola sono superiori, ma Atalanta, Cagliari,
Genoa, Siena, Parma e Lecce (ieri discreto 1-1 in casa contro il Palermo) sono
sicuramente più abituati a pressioni di questo genere e personalmente non mi
stupirei più di tanto se, a meno di (plausibili?) repentini miglioramenti negli
ultimi 10 turni, a fine stagione avessimo un clamoroso colpo di scena fra le
squadre destinate alla B.
Perché, diciamocelo, ora come ora la Fiorentina (ok le
scusanti, anche se il rosso a Cerci era ineccepibile, ok gli infortuni, ok
tutto) è davvero uno spettacolo pietoso, poveri Della Valle, criticati
pesantemente sabato sera, e povero Prandelli…
Francesco Caligaris
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