domenica 11 marzo 2012

Atletica, Mondiali indoor: Donato&Greco, un 17.28 che lascia tantissimi rimpianti



Si concludono con un po’ di amarezza in bocca per i colori italiani i Mondiali di atletica indoor di Istanbul. L’unica medaglia è stata quella di Antonietta Di Martino, argento nel salto in alto, ma vanno segnalati molti piazzamenti positivi che fanno ben sperare in vista di Londra.
 

Partiamo dalla finale del salto triplo, che vedeva impegnati i due azzurri Fabrizio Donato e Daniele Greco. Il primo parte alla grande, saltando subito 17.28 e portandosi in zona podio, ma dopo la terza prova (nulla) si infortuna ai flessori della gamba destra ed è costretto a sedersi e ad assistere inerme alla gioia dell’americano Taylor (17.63), che conquista l’oro. Donato scivola poi al quarto posto e viene eguagliato dal compagno Greco, il quale raggiunge i 17.28 (primato personale) e si piazza in quinta posizione

Rammaricato il laziale: ”Credo di essere arrivato a Istanbul nella miglior condizione della mia vita: non voglio esagerare, ma avrei potuto saltare almeno mezzo metro in più di quanto ho fatto. Il 17,28 che ho ottenuto, letteralmente senza saltare, ne è la riprova netta. Purtroppo, nel terzo salto, al momento dello stacco, ho sentito il classico dolore dello stiramento dietro la coscia. Non c’era più niente da fare. Il rammarico è forte, perché la medaglia, visto come si erano messe le cose, era scontata. Il russo ha trovato il salto della vita, e tutto è cambiato”. Deluso anche Daniele Greco, che esprime il suo sostegno nei confronti del compagno di squadra: “Potevo andare a medaglia, anche se avrei preferito arrivare quarto, ma con Fabrizio regolarmente al terzo posto. Purtroppo non sono riuscito a trovare subito il ritmo giusto, anche perché in qualificazione ho preso una brutta botta al piede, che il grande Abbruzzese ha risolto in tempo. Il quinto salto, un nullo di pochi centimetri, era veramente lungo: che rabbia! Ma a conti fatti sono contento: mi sono stabilizzato tecnicamente anche grazie al lavoro che stiamo facendo, soprattutto nella forza, con il mio allenatore Raimondo Orsini, nel bell’ambiente del centro di Castel Fusano, dove ci sono Fabrizio e il coach Roberto Pericoli. Ora la stagione estiva: l’Olimpiade, certo, ma direi soprattutto gli Europei, dove si possono trovare spazi che a Londra certamente saranno ridotti”.

Risultato convincente anche per Emanuele Abate, che conclude sesto la finale dei 60 hs in 7.63, mentre Paolo Dal Molin aveva salutato la gara in semifinale, terminata in 7.92 al settimo posto. Stessa sorte, infine, anche per Audrey Alloh, eliminata ad un passo dalla gara decisiva dei 60m con il tempo di 7.38.

Francesco Caligaris

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