La squadra italiana è tornata da Istanbul con una splendida medaglia d'argento conquistata da Antonietta Di Martino nel salto in alto. Per la campana si tratta della quinta medaglia tra Mondiali ed Europei.
Un argento "inaspettato" ha commentato la rappresentante delle Fiamme Gialle nel dopo gara. Infatti la Di Martino non aveva entusiasmato in questi primi mesi del 2012, sia per un leggero infortunio al piede sia per i carichi di lavoro in vista delle Olimpiadi di Londra. Tuttavia la pedana pesante della città turca ha impedito la realizzazione di misure importanti e l'esperienza della campana è stata determinante nel commettere meno errori delle avversarie nei primi salti.
Occorre ricordare che a Istanbul erano assenti Blanka Vlasic e Ariane Friedrich. La lotta per salire sul podio a cinque cerchi sarà dunque agguerritissima e la nostra fuoriclasse dovrà superarsi per agguantare l'unica medaglia che ancora non è riuscita a conquistare.
In questa rassegna iridata sono arrivati 4 piazzamenti tra i migliori 6 e l'Italia ha chiuso al 14esimo posto nella classifica per nazioni. Numeri alla mano possiamo dunque ritenerci soddisfatti delle prestazioni degli atleti azzurri. L'unico rammarico è stato l'infortunio di Fabrizio Donato nel salto triplo. Il finanziere senza quest'inconveniente sarebbe sicuramente salito sul podio, vista la facilità con cui aveva saltato in precedenza. Nella stessa gara si è piazzato in quinta posizione Daniele Greco.
A differenza di Donato, il triplista di Nardò avrà ancora almeno un decennio per mettersi in mostra; tuttavia dovrà necessariamente migliorare la tecnica di salto per esprimere al massimo tutto il suo potenziale.
Segnali importanti sono arrivati anche in altre discipline. In particolare nei 60 metri ostacoli, dove Emanuele Abate è riuscito ad arrivare in finale, classificandosi alla fine in sesta posizione. Il 26enne poliziotto ha quindi confermato i progressi di quest'inverno, in cui ha abbassato di 15 centesimi il suo primato e ora dovrà concentrarsi sui 110hs; ci sono tutti i presupposti anche quì per migliorare il suo personal best di 13"54 e provare a scendere sotto i 13"40.
Sempre nella stessa distanza, ha perso un occasione, invece, Marzia Caravelli. L'ostacolista del CUS Cagliari ha mancato l'accesso alla finale per 5 centesimi, arrivando quinta nella sua semifinale con 8"12. Un vero peccato visto che l'atleta nativa di Pordenone aveva, poche settimane fa, avvicinato il muro degli 8 secondi. Se avesse confermato quei tempi nemmeno la medaglia sarebbe stata così distante. Resta comunque strepitosa la stagione al coperto della friulana, anche lei come Abate progredita tantissimo. In questa disciplina inoltre, le prestazioni di Paolo Dal Molin e Veronica Borsi sono la conferma del periodo prospero degli ostacoli italiani (almeno a livello indoor), dopo molti anni di anonimato.
Le note negative sono arrivate dal mezzofondo dove le uniche azzurre in gara, Elisa Cusma Piccione negli 800m e Silvia Weissteiner nei 3000m si sono presentate fuori condizione e sono state subito eliminate.
Da rivedere Domenico Valentini nei 400 metri; il giovane reatino ha pagato forse l'emozione, essendo la prima competizione internazionale importante a cui partecipava ed è rimasto lontano dai tempi fatti registrare nei mesi scorsi. Stesso discorso anche per Silvano Chesani nel salto in alto; le misure per entrare in finale non erano proibitive per lui. Ci saranno comunque, si spera, tante altre occasioni per entrambi in futuro.
Nel giro di pista femminile, Maria Enrica Spacca ha ottenuto il massimo raggiungendo le semifinali. Per la quattrocentista aquilana il prossimo obiettivo sarà quello di scendere sotto i 53 secondi.
Simone Collio e Audrey Alloh si sono difesi nei 60 metri, venendo eliminati anch'essi nelle semifinali. La fiorentina originaria della Costa D'Avorio ha eguagliato il suo personale di 7"33 e si è concessa il lusso di precedere al traguardo in batteria la giamaicana Aleen Bayley, poi settima in finale.
Francesco Drago
Nessun commento:
Posta un commento