Grande risultato per l’Italia ai Mondiali indoor di atletica
in corso ad Istanbul: nella giornata odierna, la seconda della rassegna
continentale, è arrivata la prima medaglia per la Nazionale.
La punta di diamante della rappresentativa azzurra,
Antonietta Di Martino, ha infatti vinto un’importantissima medaglia d’argento
nel salto in alto, grazie alla misura di 1,95. Davanti alla 34enne si è
classificata solo l’americana Chaunte Lowe, 1,98, mentre insieme alla Di
Martino troviamo ex aequo altre due atlete, la russa Anna Chicherova, grande
favorita, e la svedese Ebba Jungmark.
Ecco le parole della saltatrice: “E’
la medaglia più strana che abbia mai vinto, ma sono felicissima, perché proprio
non me l’aspettavo, considerate tutte le difficoltà che ho patito nel corso
dell’inverno. A un certo punto, in pedana, eravamo tutte come morte dalla
stanchezza, e non siamo più riuscite a saltare. Credo che abbia pesato molto la
lunghissima qualificazione di ieri, e anche io alla fine non avevo molte
energie da spendere. Ma più che altro, la differenza, su di me, l’ha fatta la
mancanza di gare in stagione, a 1,98 è stato chiaro. Ora devo trovare
continuità in allenamento, per stabilizzarmi tecnicamente”. Formia è stata
ancora una volta decisiva: “Un vero e proprio rifugio, non avessi avuto la
possibilità di allenarmi lì, quando ho voluto, quando ne ho avuto bisogno, non
sarei riuscita a presentarmi al Mondiale. I Giochi Olimpici? Sono il mio primo
obiettivo, e devo ammettere che esco dal Mondiale indoor con più fiducia”.
Si qualificano per la finale del salto triplo (domani ore
15.10) Fabrizio Donato e Daniele Greco, grazie alle misure di 17,07 e 16,94. “Lo
avevo detto ieri, lo ripeto oggi anche dopo la qualificazione – commenta
Fabrizio Donato – quando le cose vanno bene alla vigilia, tutto si svolge senza
problemi. Sono in ottime condizioni, c’è una facilità di azione che è la base
per saltare lontano: ormai mi conosco, so riconoscere quando ci sono e quando
non ci sono. Lo avevo capito già a Lievin, quando ho saltato 17,24, e poi agli
Assoluti, con le due volte vicino agli otto metri nella stessa giornata”. Il
laziale, poi, aggiunge: “Ci sono anch’io in finale e sono felice che si gareggi
su sei salti, c’è tempo per aggiustare il tiro, senza l’ansia delle prime tre
prove. Sapevo che gli americani sarebbero stati avanti a tutti, e così è
andata. Ma posso dire la mia”.
Nei 60hs maschili volano in semifinale Emanuele Abate (7.71)
e Paolo Dal Molin (ripescato con 7.78); stesso discorso nella velocità pura
anche per Audrey Alloh, la quale passa il turno in 7.33. Domani dalle 13.15 le
gare.
Eliminato nei preliminari del salto in alto Silvano Chesani,
che non va oltre alla misura di 2,22, si concludono infine alle semifinali le
gare di Simone Collio nei 60m (6.71, quinto ma troppo distante dai primi) e di
Marzia Caravelli e Veronica Borsi nei 60hs, entrambe attardate rispetto alle
prime quattro posizioni buone per il passaggio alla prova decisiva. La
Caravelli è quinta di un soffio (8.12), mentre la giovane Borsi chiude settima
in 8.18.
Francesco Caligaris
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