lunedì 30 gennaio 2012
Ciclismo, Tour de San Luis: segnali interessanti per l'Italia
Una settimana di corsa, sole 7 tappe che però ci concedono già di proporre qualche considerazione interessante, in special modo per quel che riguarda gli italiani, assoluti protagonisti del Tour de San Luis, conclusosi ieri in Argentina.
Partiamo da Francesco Chicchi, corridore dell'Omega Pharma-Quick Step. Affiancato da una presenza importante come Tom Boonen in squadra, l'ormai 31enne di Camaiore ha saputo affrontare con ottima prestanza qualsiasi compito affidatogli dal team. Doppia vittoria nelle prime due tappe che lo hanno sbloccato dopo una stagione, come il 2011, in cui era rimasto a secco di primi posti. Un protagonista ritrovato, dunque, per un ciclismo italiano che nelle volate sembra voler arrivare a conquistare la leadership mondiale.
Impressionanti i giovanissimi, con Viviani, Guardini, Modolo, Guardini e Belletti che possono davvere competere con i migliori sprinter del World Tour. La più grande speranza risiede, probabilmente, in Andrea Guardini, da molti designato come l'erede naturale di Mario Cipollini. Forse l'unico che in questo momento sembra poter arrivare a competere con Cavendish nei prossimi anni. Aveva già dimostrato lo scorsa stagione, sempre nella Farnese di Luca Scinto, come la velocità di punta fosse da cavallo di razza, anche se non ancora affiancata dalla resistenza sulle lunghe distanze e da delle prestazioni che gli permettessero di stare col gruppo sulle salite più o meno ardue. Il veneto, dopo alcune difficoltà nelle prime tappe per colpa delle quali non è riuscito neppure a disputare le volate, si è riscattato nelle ultime due tappe conquistando un terzo e un secondo posto. Significativo specialmente il primo, perchè arrivato dopo 201km di corsa che presentavano anche una salita davvero impegnativa nella prima parte di tappa. Il Guardini della passata stagione, probabilmente, avrebbe patito troppo le difficoltà altimetriche per arrivare a disputare la volata e chiuderla sul podio. La trasformazione auspicata da tanti potrebbe star dunque avvenendo e per i colori azzurri potrebbe essere davvero una manna dal cielo. Da sottolineare come l'apripista per questi due squilli sia stato un campione come Pozzato, che dopo la sfortuna della passata stagione è tornato a pedalare con più voglia in una squadra con meno obiettivi ma che ha saputo, probabilmente, far presa sull'orgoglio da tempo sopito alla Katusha.
Se si parla di giovani e di volate non si può non citare Elia Viviani, intervistato da Olimpiazzurra poche settimane fa. Elia rappresenta uno dei pochi esempi di ciclisti di prima fascia che all'attività di strada conciliano ancora gli allenamenti e le gare su pista. I risultati sono evidenti e il vincitore della sesta tappa del Tour de San Luis punta con decisione alle Olimpiadi di Londra 2012 dove potrebbe davvero fare il colpaccio. Per quel che riguarda il resto della stagione è lecito aspettarsi un apparizione in Grande Giro, dove potrebbe confrontarsi con tutti i migliori sprinter del mondo.
Ha dato segnali importanti il compagno di Viviani alla Liquigas-Cannondale Vincenzo Nibali, che ha chiuso al secondo posto la crono dietro Levi Leipheimer. Una prestazione convincente, al contrario di quando strada si impennava. Lo Squalo dello Stretto, infatti, ha sempre fatto fatica a tenere il ritmo di Alberto Contador, vero matador delle ascese argentine. Se i fatti dovessero rimanere questi, e anche alla luce del passo mostrato sulle salite lo scorso anno, l'impiego di Nibali al Giro sembrerebbe quasi un'utopia. Al momento la strada più adatta per il messinese sembra essere quella che porta in Francia, alla caccia di una Maglia Gialla che non premierà un grimpeur puro, ma bensì un corridore capace di sviluppare velocità e costanza nelle cronometro. Difficile vedere Ivan Basso a livello dei migliori su quelle strade, mentre in Italia, considerando le spettacolari scalate all'Alpe di Pampeago e al Passo dello Stelvio, il varesino potrebbe incontrare quelle pendenze che tanto gli piacciono e che potrebbero portarlo all'ultima impresa di una carriera straordinaria, passata dal paradiso all'inferno, per tornare nell'Olimpo.
Guardando al di fuori dei confini nostrani, spiccano 3 personaggi che hanno colpito: Alberto Contador, Levi Leipheimer e Tom Boonen. Per il primo si tratta di una conferma dopo tutto ciò che di buono ha fatto nelle scorse stagione. Sul pistolero di Madrid pende ancora la Spada di Damocle della sentenza del Tas, che dovrebbe essere proclamata nella giornata del 6 febbraio, sempre per la possibile squalifica auspicata dalla WADA e dall'UCI per il caso clembuterolo al Tour 2010. Il vincitore dell'ultimo Giro, lasciando queste brutte storie da parte, non ha lasciato neppure le briciole agli avversari nelle due tappe che si concludevano con una salita. Diverso il discorso nella prova contro il tempo, dove Alberto ha perso la possibilità di lottare per la classifica finale. In ogni caso il corridore della Saxo Bank ha rassicurato tutti, confermando che la "debacle" era dovuta semplicemente a mancanza di allenamento in questo particolare esercizio.
Generale e Maglia Arancio finite sulle spalle di Levi Leipheimer. L'americano, compagno di Boonen e Chicchi, è riuscito a rimane vicino a Contador in salita, sfoderando una prestazione da incorniciare nella crono, che l'ha portato in vetta. Alla luce di queste prestazioni il 38enne non sembra intenzionato ad una stagione da comprimario nonostante l'età che avanza inesorabile.
E' tornato alla vittoria Tom Boonen, che era in astinenza da quasi 10 mesi, quando si impose alla Gand-Wewelgem. Un periodo davvero difficile, durante il quale anche la sfortuna si è frapposta tra il belga e le performance alle quali eravamo abituati. Al momento, però, l'importante è che il tre volte vincitore della Parigi-Roubaix abbia ritrovato lo spirito e la fiducia che lo possano riportare ai vertici già ad aprile in occasione delle classiche del Nord.
Gianluca Santo
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