martedì 3 gennaio 2012

Intervista esclusiva ad Evelyn Insam: "Punto ai Mondiali juniores"


Dopo l'ottimo opening della Coppa del Mondo di salto con gli sci femminile, che l'ha vista chiudere sesta a Lillehammer, Evelyn Insam si confessa con Olimpiazzurra, svelando i suoi piani per il futuro ed anche qualche retroscena. Dall'esordio in CdM alle prime gare della carriera, ancora dodicenne, dalla sua vita quotidiana lontana dai trampolini al doveroso e sentito ricordo di Simona Senoner.


Partiamo dalle ultime uscite. Lo scorso 3 dicembre si è aperta a Lillehammer la prima stagione della Coppa del Mondo di salto con gli sci femminile. Cosa significa per voi ragazze essere riconosciute finalmente a questi livelli?
"Entrare nel circuito della Coppa del Mondo è stato un passo molto importante per il salto femminile, perché di sicuro nel futuro aiuterà a far diventare il nostro sport più conosciuto. Spero che tante ragazze ci guarderanno dalla TV e troveranno gli stimoli giusti per iniziare a saltare."

Per te la prima gara è corrisposta ad un ottimo sesto posto. Come valuti quella prestazione e quali obiettivi ti poni da qua a fine stagione?
"È stata una gara molto importante e sono molto contenta dei salti che sono riuscita a compiere. Il risultato mi soddisfa molto e spero di riuscire a saltare così anche nelle prossime gare, arrivando al meglio soprattutto ai campionati Mondiali junior."

Torniamo ai tuoi esordi. Nel 2006 gareggiasti per la prima volta in Continental Cup a soli 12 anni. E' difficile iniziare così presto? Che cambiamenti comporta a livello di vita quotidiana?
"Sicuramente è stata un’esperienza nuova e molto piacevole poter partecipare a una gara internazionale e avere la possibilità di saltare con le migliori del mondo, nonostante fosse comunque l’unica gara che poi disputai quell’anno."

Oggi come riesci a conciliare la tua attività sportiva con la vita di una comune diciottenne?
"Sicuramente non ho tanto tempo libero, perchè vado ancora a scuola. La scuola con sezione sportiva che frequento mi dà però la possibilità di combinare le due cose molto bene. Infatti questo indirizzo mi permette più tempo per l'allenamento in inverno e più scuola in primavera. Comunque anche il poco tempo libero che ho non mi crea problemi, dato che mi piace molto allenarmi."

Lo scorso marzo, a Oslo, la tua compagna Elena Runggaldier è salita sul podio ai Mondiali. Cosa ha significato per voi quel momento, anche a livello di esposizione mediatica maggiore?
"È stato un momento davvero bellissimo, conservo ancora ricordi di quella giornata. Sono contentissima del risultato di Elena, perché se lo merita, ma per tutta la squadra fu una situazione molto emozionante. Sicuramente attraverso la sua medaglia il salto femminile è diventato più importante e più conosciuto in Italia, speriamo che diventi ancora più famoso in futuro, magari grazie ad altri risultati importanti."

Qual è invece il momento che ricordi con più piacere della tua seppur breve carriera?
"Ci sono stati tanti momenti belli: ad esempio, il secondo posto in Coppa Continentale a Dobbiaco, dove ha vinto la mia compagna di squadra Lisa (Demetz, ndr). È stato un gran momento per tutta la squadra, dato che oltretutto si gareggiava in Italia. Inoltre, mi è piaciuto molto saltare quest'anno ai Mondiali a Oslo: c'era un atmosfera bellissima e mi sono divertita tantissimo."

A proposito di esposizione mediatica, la minore attenzione dei media verso quelli che, a torto, vengono considerati sport "minori", la vivete positivamente in quanto non esistono pressioni esterne, oppure è una situazione che vi fa soffrire?
"Noi cerchiamo sempre di far diventare il nostro sport più conosciuto e speriamo di convincere tante ragazze a saltare. Ora con la Coppa del Mondo speriamo di aumentare l'esposizione mediatica e di portare sempre più persone a seguire il salto con gli sci."

In chiusura, un pensiero a Simona Senoner. Cosa ricordi con più piacere della tua sfortunata compagna di squadra?
"Sicuramente il sorriso che aveva sempre, in ogni momento. Riusciva sempre a far sorridere anche gli altri ed era sempre pronta a dare aiuto a tutti quelli che ne avevano bisogno."

Mattia Uttini

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