mercoledì 18 gennaio 2012

'Oltre i Cinque Cerchi': viaggio nell'incredibile mondo del Sepak Takraw


Benvenuti cari lettori ad una nuova rubrica di Olimpiazzurra, dedicata a tutti gli sport che (almeno fino ad ora) non sono considerati “olimpici”. Qui ci occuperemo di rugby, di calcio a 5, di beach-soccer e di tantissime altre discipline, ma per l’inaugurazione abbiamo scelto qualcosa di molto particolare, il Sepak Takraw.



Le origini di questo sport risalgono addirittura al XV secolo, quando i ragazzini thailandesi e malesi si divertivano calciando un pallone in rattan (una specie di palma, materiale usato per i bastoni di molte arti marziali), disposti in cerchio. Successivamente, a cavallo del XVIII e del XIX secolo, la Siam Sports Association introdusse una rete alta 1,55 metri per dividere il campo (lungo 13,40 m e largo 6,10) in due parti. Vennero inoltre decise le prime regole ufficiali, rivisitate poi nel 1935, quando il gioco esce dai confini della Thailandia per coinvolgere dapprima la Malesia e da lì a poco quasi tutto il sud-est asiatico, vale a dire Filippine, Birmania, Laos, Vietnam e Indonesia.

Adesso il gioco è riconosciuto dall’International Sepaktakraw Federation e ogni anno nel territorio thailandese si svolgono i Campionati Mondiali e le Istaf Super Series (le ultime, giocate a dicembre 2011, hanno visto la doppia vittoria dei padroni di casa, rispettivamente contro la nazionale maschile dell’Indonesia e quella femminile della Corea).

Le regole sono molto simili alla pallavolo, quindi per guadagnare un punto una squadra deve far cadere la palla (fatta in rattan e pesante 170-180g) nel campo avversario, aggiudicandosi anche la battuta successiva. I regu sono composti da 3 giocatori più 2 riserve e per ogni “possesso” si possono fare al massimo tre tocchi (di squadra oppure di ogni singolo atleta) prima di lanciare la sfera al di là della rete. Ed è proprio il modo in cui quello che chiameremmo “attaccante” (tekong) calcia il pallone a rendere il gioco così esaltante: rovesciate volanti e acrobazie incredibili, cadendo quasi sempre in piedi per non perdere tempo, sono infatti all’ordine del giorno nel Sepak Takraw.  Altro particolare fantastico è la battuta, con uno dei due giocatori difensivi (apit) che riceve la palla sopra la spalla, alza la gamba quasi a 180° e impatta in maniera micidiale, dando il via all’azione.

La vittoria di due set a 21 punti comporta l’aggiudicarsi dell’incontro, in caso di parità (1-1) è invece in programma un tie-break pallavolistico ai 15.

In Italia esiste un organo ufficiale dall’11 gennaio 2002, la Federazione Italiana Sepaktakraw, che si promuove per far conoscere questo sport nello Stivale e gestisce gli impegni di una giovane Nazionale, ovviamente ancora nettamente inferiore ai livelli dei top-team asiatici.


Di seguito troverete qualche link delle più emozionanti fasi di gioco: Thailandia-Malesia maschile e Thailandia-Vietnam femminile


 Francesco Caligaris

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