mercoledì 11 aprile 2012
“NBA Dream”: Chicago e Oklahoma ancora al comando, italiani martoriati dagli infortuni
Continua il miracolo di coach Thibodeau nella Città del Vento, una costante marcia verso l’alto in una stagione quanto mai complessa per il suo gruppo, uno dei più completi ovviamente, ma costantemente influenzato da acciacchi muscolari, più o meno gravi. Continua il caso Rose, poiché la stella di Chicago, MVP corrente, sembra ancora soffrire numerosi dolori, causa della sua prolungata assenza dal parquet. Se l’assenza dell’asso dell’Illinois viene unita alla decina di incontri saltati dall’ala grande Deng ed alla prolungata mancanza dal campo di Hamilton, appare incredibile che i Bulls abbiano vinto ben 44 incontri a poche settimane dalla chiusura della stagione regolare. Un capolavoro tattico dell’head-coach, meritatamente e seriamente candidato al titolo di allenatore dell’anno.
Regge l’urto di spossatezza e stanchezza anche la squadra di Oklahoma City la quale, pur avendo un record peggiore dei tori dell’Illinois, viene ora acclamata dai più come candidata principale alla vittoria finale, malgrado forti siano i dubbi della minoranza sulla tenacia e sull’esperienza della banda di fenomenali ragazzini messa su da coach Brooks. Dubbi sulla conquista dell’anello amplificati dalla delicatissima sconfitta sul parquet più importante della Florida, nonostante gli Heat avessero un Dwyane Wade a mezzo servizio, vittima anch’egli del pazzo calendario corrente. Forti preoccupazioni, ora, da parte dei Thunders, per la lenta risalita verso la vetta dei San Antonio Spurs, a due incontri dagli uomini di Brooks. Aleggia il timore nell’aria che i decrepiti del Texas possano soffiare la prima piazza in volata a Durant e compagni, un sorpasso difficilmente definibile immeritato, data la magnifica costanza della compagine di coach Popovich.
Corsa finita per Andrea Bargnani e Marco Belinelli, con il primo dei due seppur per poco tempo vero leader del gruppo canadese dei Raptors, team che avrebbe potuto fornire prestazioni decisamente migliori in regular season, se il nostro “Mago” fosse stato più tempo al timone. Nonostante la deludente prestazione collettiva, i tifosi azzurri e gli appassionati del basket oltreoceano possono dirsi ampiamente soddisfatti dall’apporto del centro italiano nella manciata di match disputati, nei quali la stella di Toronto ha sicuramente dimostrato di aver raggiunto un livello di maturità tale da poter competere con qualsiasi pari ruolo e contro qualsiasi leader avversario. Conclusasi anche la corsa degli Hornets di Belinelli ai play-off. La stagione dei calabroni della Louisiana non è stata che un continuo tentare formule e quintetti differenti con il poco a disposizione, nella triste speranza di colmare l’enorme vuoto lasciato in cabina di regia da un giocatore del calibro di Chris Paul. Annata martoriata dagli infortuni anche per New Orleans, con Eric Gordon, pedina più importante nella trade con i Clippers, mai presentatosi in campo, lui che avrebbe dovuto prendere le redini del gruppo nelle proprie mani. Malissimo l’inizio di Marco Belinelli nella stagione regolare, perfettamente in linea con la prestazione collettiva, sebbene doveroso sia evidenziare un finale di campionato alquanto esaltante e gratificante a livello personale.
Continua a sognare un biglietto per la post-season il nostro Danilo Gallinari, colpito anche lui a più riprese da fastidi muscolari, ma comunque voglioso di supportare i suoi Nuggets, indebolitisi non poco sotto le plance dopo l’addio del centro brasiliano Nene. Si spera nel Colorado che il giovane duo Faried-McGee possa sostituire uno dei più valenti centri in circolazione (anch’egli out per problemi fisici), si spera a Denver che l’attuale ritorno del “Gallo” possa essere definitivo, poiché soltanto lui sembra disporre del talento necessario a sobbarcarsi gli affanni di una compagini in via di rifacimento ormai da un anno.
Filippo Caiuli
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