martedì 21 febbraio 2012

Ciclismo: per l'Italia inizia una nuova era

Dopo Cipollini, Bettini, Basso, Rebellin, Simoni e Di Luca sembrava che il ciclismo nostrano potesse essere destinato ad una sorta di crisi. Invece i risultati delle ultime stagioni sembrano far intravedere un futuro sempre più roseo per i colori azzurri, che annoverano tra le loro fila dei giovani dalle grandissime potenzialità.

Come non partire da Elia Viviani, classe '89, passista veloce che all'attività su strada abbina anche la pratica su pista. Ad agosto proverà a portare a casa una medaglia olimpica nel velodromo di Londra, ma chissà che il CT non scelga di impiegarlo anche nella prova su strada. Con 5 vittorie all'attivo in quest'inizio di stagione è tra i più in forma. Gli obiettivi a breve termine, oltre quelli già citati, possono essere la partecipazione ad un Grande Giro, dove potrebbe portare a casa qualche vittoria di tappa, e perchè no, tentare l'attacco alle classiche dal profilo altimetrico meno impegnativo, come la Milano-Sanremo. 

Si potrebbe fare un discorso analogo per Sacha Modolo, sbocciato lo scorso anno dopo che aveva fatto intravedere delle belle cose anche nella stagione precedente. Il veneto è già più esperto, del '87, ma la sua carriera è ancora tutta da scoprire. Sarebbe riduttivo definirlo velocista, in quanto può difendersi bene anche nelle salite brevi. Se nel 2012 riuscisse a portare a casa un numero di vittorie non troppo inferiore rispetto a quello dello scorso anno, 10, ci si potrebbe ritenere comunque soddisfatti. 

Il terzo giovane velocista che prendiamo in considerazione è Andrea Guardini, che rispetto ai due sopracitati è uno sprinter più puro. La punta di velocità da lui raggiungibile è più alta, ma riesce a esprimere la massima potenza solo in talune situazioni: ancora giovanissimo soffre le salite e le corse con un chilometraggio elevato. In questi casi non riesce a raggiungere l'arrivo con i migliori o non mantiene sufficiente freschezza atletica. Il lavoro impostato dalla Farnese di Scinto dovrebbe essere improntato a farlo migliorare in questi aspetti proprio per potersela giocare ad armi pari con i migliori. 

Oltre questi passisti veloci non va dimenticato Davide Appollonio. Di stanza al Team Sky, ha la possibilità di crescere con il miglior velocista del gruppo, Mark Cavendish. Dopo essersi piazzato più volte tra i migliori nelle tappe pianeggianti allo scorso Giro d'Italia non si è più rivisto agli stessi livelli, anche se in queste prime settimane di corsa si è fatto notare in aiuto a Cavendish durante le volate. Il tempo è dalla sua parte, a noi non resta che attenderlo. 


Tanti interpreti e di qualità in volata, speriamo di poter dire lo stesso anche per le corse più impegnative, che richiedono una buona tenuta in salita e uno spunto veloce degno di nota. Se Giovanni Visconti, che ormai naviga verso i 30 anni, non è quasi mai riuscito a misurarsi alla pari con i migliori, quest'anno sembra intenzionato a correre tutte le classiche più importanti da protagonista. Durante l'inverno il campione italiano ha infatti lasciato la "comoda" Farnese per approdare alla Movistar. Il team spagnolo, in quanto Pro Tour, può permettere all'azzurro di correre nelle classiche primaverili che tanto si adattano al suo fisico agile ed esplosivo. 

Chi ancora non si è espresso al meglio è Oscar Gatto, che ha fatto intravedere sprazzi di grande classe. Gli appassionati si ricorderanno sicuramente l'allungo allo scorso Giro nella tappa di Tropea: nonostante si avvicini ai 27 anni sembra che il meglio debba ancora arrivare e, se non riuscirà ad esprimersi ai livelli di Philippe Gilbert, potrebbe avere il ruolo di outsider in diverse corse con arrivo mosso. 

Può dire il suo già in questa stagione Diego Ulissi, della Lampre, già vincitore lo scorso anno di una tappa al Giro d'Italia. 23 anni da compiere nel prossimo luglio, tanta personalità e voglia di vincere. Ancora da scoprire su diversi terreni, è un corridore scaltro che si può difendere in salita e in un arrivo a ranghi ridotti può dire la sua per le prime posizioni. 

Da poco nel mondo del professionismo, Enrico Battaglin si è già messo in messo in mostra. Dal luglio dell'anno scorso ha corso con la Colnago-CSF da stagista, andando a cogliere subito un successo al Trofeo Sabatini. Nell'inverno, dopo 4 anni da diletante nella Zalf, ha deciso di fare il passaggio definitivo.  Da passista scalatore qual è, potrebbe puntare alle vittorie nei Grandi Giri, ma digerisce molto bene anche i percorsi misti. Trovare le caratteristiche ad un corridore così giovane non è mai facile, ma la sua via sembra essere questa. 

Più o meno lo stesso percorso di Moreno Moser, che lo scorso agosto si è accasato alla Liquigas in attesa del passaggio definitivo avvenuto nei mesi invernali. L'inizio di stagione è stato scoppiettante, con la prima vittoria che è arrivata sabato scorso nel Trofeo Laiguegli con uno scatto in salita a 3km dal traguardo. Anche per lui, classe '90, la chiamata è nelle corse di un giorno, ma potrebbe ben figurare anche nelle corse a tappe. Il sangue del campione del campione gli scorre nelle vene, nipote del grande Francesco, e dalle prime uscite sembra proprio che sia intenzionato a farlo vedere anche sulla strada. 

Chi ancora milita nella categoria dilettanti è Fabio Aru, precisamente nella Palazzago Elledent Rag Logistica. Di fatto, però, anche per lui è arrivato il momento del "passaggio". Il sardo, infatti, indosserà la casacca dell'Astana da metà stagione, anche se i tempi precisi sono ancora da decidere. L'Italia può vedere in lui uno dei più grandi talenti in circolazione per le corse a tappe. La caratteristica principale è quella di scalatore, cosa che lo renderebbe adatto a vincere corse come il Giro d'Italia. 

Nella nuovo team incontrerà, tra gli altri, anche quel Francesco Masciarelli che ha caratteristiche simili a lui. Più vecchiotto, avendo superato i 25 anni, potrebbe essere una delle sorprese della stagione se riuscisse a ritrovare quel colpo di pedale che nel 2007 gli consentiva di battere Danilo Di Luca e Filippo Pozzato con uno scatto a 3km dal traguardo. 

Per quest'anno ci potremo comunque accontentare di corridori del calibro di Ivan Basso e Vincenzo Nibali, entrambi della Liquigas, e Damiano Cunego e Michele Scarponi della Lampre, per i Grandi Giri. Ancora non si conoscono i programmi dei quattro alfieri azzurri, e specialmente i primi due sono in conflitto di interesse avendo caratteristiche simili. Con l'assenza forzata di Alberto Contador al Tour de France, però, si potrebbero essere aperte strade importanti per Nibali in chiave classifica generale. Il messinese, infatti, sembra ancora faticare nelle salite, mentre appare più vicino agli altri uomini di classifica nelle cronometro. E in una Boucle come quella del prossimo luglio, ciò con un centinaio di chilometri da affrontare contro il tempo, accompagnati da poche e non troppo impervie salite, lo Squalo dello Stretto potrebbe davvero dire la sua. Gli avversari più pericolosi saranno, probabilmente, Wiggins ed Evans, senza però dimenticare i fratelli Schleck oltre che gli spagnoli Alejandro Valverde e Samuel Sanchez. 

Più probabile per Basso una partecipazione al Giro per provare a portare a casa la terza maglia rosa della carriera. Per il varesino l'età avanza e questa potrebbe davvero essere una delle ultime occasioni di imporsi in una corsa di 3 settimane. Il percorso è tosto come al solito, anche se un'eventuale annullamento della tappa dello Stelvio potrebbe avvantaggiare i rivali che soffrono le salite lunghe e dure più del varesino. 

Discorso diverso in casa Lampre, in quanto i due interpreti si esprimono entrambi meglio quando la strada sale rispetto che a crono. La scelta potrebbe essere dettata dalla voglia di Cunego di dimostrare il proprio valore all'estero dopo aver vinto il Giro nell'ormai lontano 2004. Scarponi potrebbe dunque essere dirottato sul Giro per cercare di conquistarlo sul campo dopo che la vittoria dell'ultima corsa rosa gli è stata assegnata a tavolino dopo la squalifica di Contador. 

Un ultimo pensiero va a Filippo Pozzato, che dopo una stagione deludente alla Katusha ha deciso di fare un passo indietro, correndo per la Farnese, una realtà minore ma che può fargli ritrovare la voglia di andare in bici. L'inizio di stagione non è stato dei migliori, con l'infortunio alla clavicola patito in Qatar. In ogni caso il 31enne sembra più deciso che mai ed è già tornato in corsa al Laigueglia la scorsa domenica. 

Gianluca Santo

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