lunedì 20 febbraio 2012

Coppa Italia basket maschile. Siena s’impone ancora: sorpresi?


E’ la Montepaschi ad imporsi nella seconda competizione più importante del basket italiano, portando a casa il quarto successo consecutivo nel suddetto torneo, decretando così una supremazia nazionale imbarazzante, difficilmente insinuabile in un vicino futuro dalle altre franchigie italiane. L’avversario di turno era ancora una volta la Bennet Cantù, compagine in netta difficoltà in ogni scontro diretto con la squadra senese e l’ultima partita ha dimostrato ampiamente le debolezze difensive del gruppo canturino, malgrado Siena abbia mantenuto percentuali altissime, innaturali ed impossibili a ripetersi in determinati tratti di gioco.


Primo quarto inevitabilmente in mano ai detentori del titolo, con un David Andersen (MVP dell’incontro, poi, con 23 punti a referto) tanto sublime quanto cinico persino a freddo e suoi sono i punti del primo allungo senese con un break deleterio di 7-0 subito dal gruppo di mister Trinchieri. Nessuna reazione canturina degna di nota in seguito, con i futuri perdenti obbligati ad inseguire una Siena praticamente in fuga ed in serata di grazia, regina della difesa e padrona del pitturato con un solitamente buon Schermadini in netta difficoltà ad attaccare il canestro difeso in rotazione da Stonerook, Lavrinovic (5/5 dal campo e 16 punti) e dallo stesso Andersen, giocatori troppo fisici per i centri di Trinchieri e soprattutto perfettamente in grado di scardinare la difesa avversaria attirando gli stessi lunghi avversari lontano dall’area colorata, lasciando campo libero alle penetrazioni dei velocisti quali Mc Calebb (9 punti, 4 assist e 3 palle recuperate) e Moss (14 punti 4 assistenze per lui). A chiudere definitivamente la gara sono i tentativi da fuori dei riservisti senesi (Zisis e Thornton, quest‘ultimo partito in quintetto ma con scarso minutaggio) che trovano fortuna nella seconda metà del match, decretando l’allungo definitivo (od il massacro a seconda dei punti di vista) e determinando persino un +25 ingrato per una Bennet in grande spolvero quest’anno, efficace tanto in campionato quanto nella massima competizione Europea (in avvicinamento la sfida dentro-fuori con il Barcellona). Risultato finale 88-71, celebrazione del basket della Montepaschi, padrona d’Italia e (di recente) nella vetta del basket continentale.

Sorvolando le altre compagini in competizione in una rapida panoramica, ci si accorge che tutte, inevitabilmente, hanno collassato nei momenti meno opportuni, concedendo troppi punti agli avversari di turno, impossibili da recuperare persino con il più florido dei parziali positivi. Escludendo l’Acea Roma in crisi ed in costruzione per le annate future, ci si sofferma su Bologna, altra compagine competitiva posta nella zona d’alta classifica della Serie A1. La formazione emiliana non è stata in grado di arrivare nella parte terminale della Coppa Italia, poiché privata del supporto usuale di Viktor Sanikidze e Chris Douglas-Roberts (in ombra), malgrado avesse tutte le qualità tecniche e soprattutto fisiche per far bene, ipoteticamente persino sufficienti a poter insidiare la posizione della Montepaschi. Delusione per la Scavolini, altra squadra candidata ad un’eventuale successione, tradita da una difesa altalenante ma, soprattutto, dal crollo in semifinale di James White, suo leader realizzativo, favorendo così l’approdo in finale di una grande Bennet Cantù, purtroppo carente nella categoria centri per poter competere con una squadra altamente fisica come la Montepaschi. Da sottolineare, in ogni caso, la competitività canturina nelle altre zone del campo, con i vari Basile, Micov e Markoishvili sufficienti a piegare qualsiasi altra squadra del torneo. Lode infine per la tanto criticata Armani Jeans, unico gruppo in grado di impensierire il coach Pianigiani e vicinissima al colpaccio in semifinale, sfumato per una serie di frettolosi errori finali. Peccato Milano venisse da un periodo altalenante in quanto a risultati, poiché per via del roster era sicuramente la più competitiva in gara, con una serie di lunghi solidi sotto le plance quali Rocca e Gentile, un leader nei panni di Antonis Fotsis e un buon innesto giovane quale l’italiano Melli. Malgrado la solidità nessuna delle squadre italiane sembra poter eguagliare in breve tempo l’efficienza della compagine senese, una muraglia in difesa e una lancia in attacco, capace di penetrare qualsiasi difesa, italiana od europea che sia.

Filippo Caiuli

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