Che
Europei di nuoto a Debrecen (Ungheria)!
Il Re dei 100 metri
stile libero, la gara clou del programma, è tornato. Filippo Magnini, bicampione mondiale nel 2005 e nel 2007, mancava
dal gradino più alto dall’Europeo di quattro anni fa e oggi si prende una bella rivincita. È un oro
fantastico quello ottenuto dal pesarese: 48’’77 il crono fatto segnare con una
progressione fantastica nella seconda vasca, tipica del suo inconfondibile
stile. Settimo alla virata con uno scarso 23’’77, sfoga tutta la sua potenza
nel ritorno, sfruttando una lunga bracciata che è parsa anche abbastanza agile
in alcuni momenti, segno di una condizione che sta lentamente tornando. Negli
ultimi quindici metri è sembrato di rivedere il ragazzo dei bei tempi che a 30
anni compiuti può ancora sognare di dire la sua ad altri livelli. Ancora
lontano dal 48’’36 di due anni fa che potrebbe valere qualcosa a livello
olimpico, ma tra due mesi gli avversari saranno molto agguerriti. Zittito
l’iridato in carica, il francese Alain Bernard, che ha voluto strafare
nell’andata ed è poi mancato nel testa a testa con l’azzurro: 48’’95 per lui
che si mette al collo un triste argento, anche se è sembrato un mezzo miracolo
visti i pessimi crono con cui era arrivato a questa finale. Terzo la sorpresa
rumena Trandafir (49’’13). Queste le sue parole di gioia: “Sono felicissimo. Stavo bene, ma non benissimo e a vincere non ci
pensavo neanche. La dedico a quelli che hanno sempre creduto in me anche se non
vincevo e a quelli invece che mi hanno massacrato. È una gioia immensa, mi
viene da piangere. Ho fatto la gara perfetta in condizioni non perfette”.
Non era facile tornare a rimettere la mano davanti a tutti e sembra aver
ritrovato pure il gusto per l’acqua, apparentemente smarrito di recente.
La sua ragazza non è da meno. Federica Pellegrini stacca con la solita scioltezza il miglior tempo delle semifinali dei 200 stile libero: 1’57"81 che sarà il tempo da battere nella finale di domani pomeriggio. “Un passo alla volta, non volevo forzare” saranno le parole laconiche con cui si concederà per concentrarsi su quando accadrà nel weekend. Dietro di lei un’eccellente Alice Mizzau, che replica quanto fatto vedere in batteria e nei 100m, segno che ha ampi margine di crescita. 1’58"55 che, se fatti registrare domani, potrebbero regalarle una medaglia. Tutte le avversarie nascondono le loro carte e rendono criptico ogni pronostico per gli altri due gradini del podio di domani.
L’altra
grande festa di giornata, però, arriva dal nuovo fenomeno del nuoto italiano. Il
17enne Gregorio Paltrinieri, dopo il
sorprendente oro dei 1500 stile libero con tanto di qualificazione a Londra, è
protagonista negli 800m, gara non
inserita nel programma a cinque cerchi. Per 650 metri regge il ritmo
dell’idolo di casa Kis, poi cade sotto il turbo che il magiaro innesta nelle
ultime due vasche. Va fuori giri per non perderne la scia, rischia addirittura
di essere risucchiato dal gruppo ma poi arriva un favoloso argento con 7’52’’23, superiore di tre decimi al suo personal best,
ma che non sarebbe bastato per strappare l’oro (7’49’’46). Ai microfoni il
modenese è sembrato un po’ amareggiato anche se afferma “ho provato a vincere l'oro ma va bene lo stesso, sono stracontento di
questi Europei”.
Nell’altra
finale che vedeva impegnata un’azzurra (i
100 farfalla) enorme rimpianto per Silvia di Pietro. Arrivata qui con un
quarto tempo ottenuto in scioltezza, parte benissimo, accelera in progressione,
sembra arrivare bene al termine della prima vasca ma poi commette un errore
clamoroso alla virata: si accartoccia su se stessa e non ha abbastanza forza
per imprimersi una spinta che le consenta di mantenere la velocità nel ritorno.
Recupera qualcosina ma non abbastanza per arrivare sul podio: è quarta in 58"95 dietro alla
norvegese Snildal (58"04), alla svedese Granstroem (58"07) e all’israeliana
Ivri (58"78).
Nelle altre semifinali ottime prestazioni che fanno ben sperare per arricchire il medagliere. In finale ci arriva nei 100 farfalla Matteo Rivolta, che nuota il sesto tempo in 52"52, sufficiente per stare in mezzo ai grandi Laszlo Cseh e il serbo Milorad Cavic. Si perde Piero Codia, il cui 52"93 vale come 13° tempo e anche lui era reduce da un crono migliore in batteria (52"73). Fabio Scozzoli e Mattia Pesce, che nei 100 rana hanno conquistato oro e bronzo, si guadagnano anche la finale dei 50. Scozzoli ci arriva col quinto tempo, 27"73, mentre Pesce entra nella gara per le medaglie col terzo miglior crono, 27"63.
Stefano Villa
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