Come di consueto, Olimpiazzurra vi propone le pagelle della
settima tappa del Giro d’Italia, la prima con arrivo in salita. Arriva
finalmente la prima gioia azzurra, firmata Paolo Tiralongo, mentre la maglia
rosa passa da Adriano Malori (come preventivabile) a Ryder Hesjedal.
Paolo TIRALONGO, 9.5: si porta a casa il primo arrivo “difficile”
del Giro 2012 con un’azione da grande campione negli ultimi 500 metri. L’anno
scorso trionfò grazie ad Alberto Contador, oggi il merito è totalmente suo,
grazie alla caparbietà di non fermarsi fino ad oltre la linea del traguardo che
gli vale il sorpasso decisivo ai danni di Michele Scarponi.
Michele SCARPONI, 8.5: avrebbe potuto prendere 10, ma, al
termine di una progressione straordinaria, pensa di avercela fatta e compie il
fatidico errore di “sedersi” a 100 metri dalla linea bianca. Leggerezza fatale,
ma coglie un secondo posto che fa morale e spaventa i rivali.
Frank SCHLECK, 8: tappa intelligente. Probabilmente non è al
top, ma sta con i big fino all’arrivo e molla solo quando capisce che ormai il
suo compito l’ha portato a termine. Se esce alla distanza può fare paura.
Joaquin RODRIGUEZ, 8: discorso identico anche per lo
spagnolo, che corre con la testa e centra il massimo risultato con il minimo
sforzo, ovvero quello di guadagnare su Basso (staccato ora 23’’) e Kreuziger (18’’).
Ryder HESJEDAL, 8: conquista la maglia rosa e adesso può
fare veramente paura in termini di classifica generale. Ha le qualità per
tenerla a lungo, tutto è nelle sue gambe.
Ivan BASSO, 5.5: chiude a 9’’ dal vincitore, ma è l’unico
dei big insieme a Kreuziger (5.5) a staccarsi nell’ultimo km e perde altri
importanti secondi in classifica. Arriveranno giornate migliori, ma per ora
sembra in condizione inferiore rispetto al grande rivale Scarponi.
Stefano PIRAZZI – José HERRADA, 7: attaccano al momento
giusto, resistono e per poco non arrivano a giocarsi il successo in solitaria.
Combattivi, meritano un po’ di gloria anche loro.
Damiano CUNEGO, 2: parte per primo per inseguire Rujano e
poi crolla come un ciclista della domenica nel momento clou di una tappa
disegnata praticamente per le sue caratteristiche. Ormai sperare in un suo
successo è come centrare il 6 al Superenalotto senza giocare la schedina. Alla
fine riceve pure le critiche del c.t. Paolo Bettini, peggio di così…
Francesco Caligaris
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