mercoledì 9 maggio 2012
La Norvegia domina, azzurri ad un passo dalla B
Niente da fare. L'Italia viene travolta anche dalla Norvegia (6-2) e, a meno di miracoli (la Danimarca deve perdere tutti i match rimanenti nei 60 minuti regolamentari, ipotesi francamente improbabile), deve nuovamente salutare il gotha dell'hockey mondiale e tornare in Prima Divisione (la Serie B).
La selezione tricolore doveva puntare sui primi 4 incontri della rassegna iridata in Svezia e Finlandia per conquistare la salvezza, ma soltanto uno di essi si è rivelato equilibrato (quello poi vinto per 4-3 sui danesi). Le ultime tre sfide con Repubblica Ceca, Svezia e Russia, infatti, appaiono proibitive (una vittoria azzurra equivarrebbe ad un'impresa leggendaria). L'impressione è che durante la gestione-Cornacchia il gap tra l'Italia ed il resto del mondo sia addirittura cresciuto. Gli atleti del Bel Paese sembrano praticare un altro sport rispetto ai rivali, palesando dei limiti tecnici importanti.
Persino in fase di power-play l'Italia fatica a costruire gioco ed a far circolare il disco in maniera fluida, tanto che la superiorità numerica a favore non si percepisce neppure.
Insomma, la selezione tricolore, considerando il suo livello attuale, merita oggettivamente di uscire dall'elite dell'hockey internazionale.
Per quanto riguarda la partita odierna, gli azzurri sono rimasti in gioco nel primo quarto grazie ad una rete fortunosa di Ansoldi, anche se gli scandinavi hanno concluso la frazione in vantaggio per 2-1. Nel secondo periodo la Norvegia è volata sul 4-1, prima che Egger accorciasse le distanze e riaccendesse una piccola speranza di rimonta. Negli ultimi 20 minuti, poi, i nostri rivali, sempre in totale controllo del match, hanno chiuso la contesa sul 6-2. Non è un caso se la Norvegia sia arrivata ai quarti di finale in tre delle ultime cinque edizioni iridate.
L'hockey sul ghiaccio tricolore è ad un bivio: in attesa di analizzare al meglio la situazione lunedì in 'Italia, come stai?', anticipiamo che se non verranno applicate riforme strutturali a partire dai vivai fino all'innovazione dei campionati, allora la Nazionale sarà destinata a compiere questo saliscendi dalla massima serie a quella cadetta ancora per molti anni.
Federico Militello
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