Francesco Ceci, classe 1989, è uno dei talenti più puri del ciclismo su pista azzurro e detiene il titolo italiano nel km da fermo, conquistato a Montichiari lo scorso 1 ottobre con tanto di record nazionale (1’02”401).
Francesco, il 2011 è stato positivo per te, non credi? La conferma nel chilometro da fermo tricolore e la partecipazione alla Coppa del Mondo di Calì, con tanto di quinto posto. Sei soddisfatto o pensavi di fare meglio?
"Il 2011 non è iniziato nel migliore dei modi, ho avuto qualche problema fisico a metà stagione, ma fortunatamente sono riuscito ad essere in forma per gli eventi più importanti quali campionato italiano e le varie prove di Coppa del Mondo. Riguardo al risultato di Cali, sono soddisfatto per metà, perché l'errore che ho commesso in partenza ha sicuramente condizionato il tempo finale, ma comunque mi ha fatto capire che le gambe ci sono in previsione dei futuri appuntamenti".
Il ciclismo su pista in Italia non è una disciplina molto seguita, cosa ne pensi?
"Penso che il ciclismo su pista venga sottovalutato sia dagli spettatori che dagli stessi ciclisti che puntano molto di più alla strada. Questo fenomeno però è giustificato dal fatto che purtroppo con la pista non ci sono guadagni economici. L'unico modo per rilanciare il movimento su pista è quello di organizzare più gare in tutto l'ambito nazionale e dare una mano a quei centri di avviamento che portano corridori a gareggiare in tutta Italia".
Parlaci un po’ della tua passione per questo sport.
"Ho iniziato a correre all'età di 12 anni, spinto dalla passione che la mia famiglia prova per questo sport. Quando sono passato tra gli allievi mio padre ha fondato la squadra con cui corro ancora adesso, il Team Ceci Dreambike. La squadra era nata come vivaio per i ciclisti della provincia di Ascoli Piceno e solo negli ultimi anni ci siamo specializzati unicamente sulla Pista e più precisamente nelle specialità veloci".
Il tuo ricordo più bello da quando pratichi questa attività?
"Non ne ho uno in particolare, l'unica cosa a cui penso sono le mie vittorie e gli obiettivi che ho raggiunto come il record italiano nel chilometro. Forse a pensarci bene il ricordo più bello è quando ho fatto il primo giro in una pista".
Oramai sei una presenza fissa della Nazionale, cosa si prova a gareggiare per il proprio Paese?
"Gareggiare per la propria nazione è sempre un'emozione unica, ma che nello stesso tempo porta delle responsabilità. Purtroppo non sempre i risultati arrivano quando lo si vuole e questo ci sottopone spesso a delle critiche, il segreto sta nel trasformare le critiche in forza e migliorarsi ogni volta".
Riusciremo a vederti alle Olimpiadi di Londra o il tuo compagno Elia Viviani rimarrà l’unico italiano qualificato?
"Sono molto contento per Elia, perché si merita davvero la qualificazione olimpica. Per quanto mi riguarda sono il primo escluso in graduatoria, ma ci sono ancora 3 opportunità per qualificarsi e cioè le prove di Coppa del Mondo di Pechino e Londra e il Mondiale a Melbourne".
"Sono molto contento per Elia, perché si merita davvero la qualificazione olimpica. Per quanto mi riguarda sono il primo escluso in graduatoria, ma ci sono ancora 3 opportunità per qualificarsi e cioè le prove di Coppa del Mondo di Pechino e Londra e il Mondiale a Melbourne".
Come vivi la rivalità in pista con tuo fratello Davide e tuo cugino Luca, anche loro ciclisti che in passato hanno lottato con te per le medaglie nel campionato italiano?
"Con mio fratello non c'è una vera e propria rivalità, perché abbiamo età diverse. Invece negli ultimi anni ho corso molte volte contro mio cugino e, anche se abbiamo caratteristiche diverse, siamo sempre stati in competizione. Comunque sono convinto che mi abbia aiutato a crescere e sono contento che tutta la mia famiglia faccia parte del mondo ciclistico".
"Con mio fratello non c'è una vera e propria rivalità, perché abbiamo età diverse. Invece negli ultimi anni ho corso molte volte contro mio cugino e, anche se abbiamo caratteristiche diverse, siamo sempre stati in competizione. Comunque sono convinto che mi abbia aiutato a crescere e sono contento che tutta la mia famiglia faccia parte del mondo ciclistico".
Quali sono i tuoi obiettivi per la prossima stagione?
"L'obiettivo principale è la qualificazione ai Giochi Olimpici di Londra e ottenere buoni risultati in Coppa del Mondo ed ai Mondiali".
Cosa consigli ai giovanissimi che vogliono avvicinarsi al tuo sport?
"Ai giovani dico che il ciclismo su pista è uno sport bellissimo e divertente, che dona emozioni uniche, ma che allo stesso tempo non regala nulla, quindi per questo c'è bisogno di sacrificio e dedizione. E vedrete che i risultati arriveranno".
Grazie mille e in bocca al lupo per un 2012 ricco di successi!
"Grazie a te e alla redazione di Olimpiazzura. Crepi il Lupo!".
Francesco Caligaris
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