martedì 27 dicembre 2011
Simone Bertazzo: "Sto sempre meglio, ai Mondiali voglio una medaglia"
L'Italia deve molto a Simone Bertazzo. Grazie al 29enne di Pieve di Cadore, infatti, il bob tricolore continua a mentenersi nelle posizioni di vertice in campo internazionale, nel solco di una tradizione che da sempre vede il Bel Paese primeggiare in questa disciplina.
Dopo una passata stagione formidabile, impreziosita da due successi e dalla terza piazza finale nella classifica generale di Coppa del Mondo nel bob a 2, il pilota veneto non è stato molto fortunato in questo inizio di annata a causa di un infortunio ad un polpaccio che ne ha limitato il rendimento. Un contrattempo che, per fortuna, risulta in via di guarigione. Bertazzo, dunque, guarda con fiducia ed ottimismo alla seconda parte di stagione, sognando una medaglia ai Mondiali di Lake Placid in programma a metà febbraio su una pista sulla quale ha già vinto. Per il 2012, inoltre, l'azzurro si augura anche che sempre più giovani si avvicinino ad uno sport affascinante ed adrenalinico.
Simone, innanzitutto come va il polpaccio sinistro?
"Molto meglio. Ho subito uno stiramento piuttosto importante ad inizio ottobre, in seguito al quale ho dovuto osservare 5 settimane di riposo forzato. In seguito, poi, ho ripreso gli allenamenti e mi sentivo pronto per le gare. Purtroppo, però, nella prima prova di Innsbruck ho accusato un altro stiramento al medesimo polpaccio, anche se più lieve del precedente ed in un punto diverso. Questo mi ha condizionato pesantemente ed a La Plagne ho dovuto correre partendo da seduto".
Viste le tue precarie condizioni fisiche, non sarebbe stato meglio non gareggiare nel budello transalpino?
"Diciamo che su quella pista guidavo veramente bene perché mi trovavo a mio agio e, pur partendo senza spinta, ho racimolato comunque degli importanti punticini che per la classifica fanno sempre comodo".
La condizione migliora, dunque si può guarare con ottimismo alla seconda parte di stagione: quali sono i tuoi obiettivi?
"Preferisco non crearmi troppe aspettative. Non dico che tornerò subito sul podio, ma l'obiettivo sarà senz'altro quello di riportare l'Italia nelle posizioni più consone al suo prestigio, ovvero tra la quinta/sesta posizione".
E i Mondiali di Lake Placid? La pista ti piace molto.
"Non lo nego, è l'appuntamento più importante dell'anno e, dopo l'infortunio, la mia preparazione è finalizzata ad arrivare in forma per la rassegna iridata americana. E' vero, adoro il budello di Lake Placid perché è molto tecnico e non conta solo la partenza. Tra i favoriti metto l'americano Steven Holcomb ed il tedesco André Floerschuetz, ma tra i pretendenti per le medaglie mi ci metto anche io. Magari mi sbaglierò, ma non vedo bene su questa pista lo svizzero Beat Hefti".
Sei ancora molto giovane considerando l'età media dei campioni di questo sport: pensi di poter ancora migliorare in fase di spinta?
"Sicuramente sì, io come gli altri ragazzi abbiamo delle ottime potenzialità, si tratta solo di metterle sul ghiaccio e lavorare sodo. Tutti i frenatori sono più o meno sullo stesso livello e questo li motiva a far sempre meglio negli allenamenti".
Sei soddisfatto dei materiali a tua disposizione quest'anno?
"Sì, soprattutto nel bob a 2 ho una slitta che va abbastanza bene. Devo solo trovare ancora dei pattini che vadano bene per la pista di St. Moritz, unica nel suo genere non solo perché naturale, ma anche per il fatto che, man mano che si riscalda il ghiaccio, diventa sempre più veloce, dunque chi parte con dei numeri bassi è decisamente svantaggiato".
Chi vince a St. Moritz è il pilota migliore al mondo?
"Secondo me, proprio perché è un catino atipico, serve anche una buona dose di fortuna. Non nego, tuttavia, che sia la pista più affascinante del mondo. Altenberg, invece, è quella fa emergere maggiormente le doti del pilota".
Tutti noi ci auguriamo che tu possa gareggiare fino a 40 anni, dato che alle tue spalle non si intravedono ricambi.
"L'intenzione è quella, spero che il fisico mi assista. Abbiamo bisogno di ricambi e per questo faccio un appello ai ragazzi: venite a provare questo sport, vi aspettiamo e sarete i benvenuti. Il bob sa regalare delle grandi emozioni".
A proposito di giovani: procede più lenta del previsto la crescita di Achim Obkircher in Coppa Europa.
"L'ho visto guidare diverse volte e posso assicurarti che è davvero bravo. Proviene dallo slittino e questo comporta dei pro e dei contro: possiede una grande sensibilità e sente le curve con il corpo prima che con gli occhi. Il suo fisico, però, è ancora magro e poco strutturato, dunque paga molto in fase di partenza. Bisogna ricordare, poi, che Achim deve dividere l'attività agonistica con i suoi impegni di lavoro. Nel complesso, comunque, penso che sia un pilota su cui fare sicuro affidamento in futuro, magari già tra un paio di stagioni".
Alle Olimpiadi Giovanili di Innsbruck, poi, parteciperanno anche gli under18 Patrick Baumgartner e Mathilde Parodi: da diversi anni in Italia non si vedevano ragazzi così giovani nel bob.
"Meno male che hanno inventato le Olimpiadi Giovanili allora! In effetti ritengo che questa competizione sia molto importante perché consente ai ragazzi di affrontare avversari della propria età e del loro livello. Quando le nuove leve si confrontano invece nella competitiva realtà della Coppa Europa, sovente accusano distacchi abissali e questo li porta a lasciar perdere con questo sport. Dunque è importante crescere per gradi. Baumgartner mi dicono che abbia delle qualità importanti, oltre ad essere dotato di un fisico da vero bobbista".
Quanto pesa per il bob azzurro la chiusura della pista olimpica di Cesana Pariol?
"Molto, perché, oltre ad aver privato il Bel Paese di una prova di Coppa del Mondo, abbiamo perso anche diverse discese di allenamento. Un conto è fare dei test in casa, un altro è farli sempre all'estero. Comunque non ho perso le speranze su una possibile riapertura del budello piemontese".
Nel bob a 2 sei indiscutibilmente tra i migliori al mondo. Prima o poi ti vedremo competitivo anche nel bob a 4?
"La gente pensa che a me piaccia più il bob a 2, in realtà è in quello a 4 che mi diverto di più ed in cui ho iniziato a praticare questo sport. Stiamo lavorando sodo per diventare competitivi anche in questa specialità. L'aspetto su cui dobbiamo migliorare maggiormente è quello degli ingressi in fase di partenza. Per eccellere nella slitta di maggiori dimensioni serve un affiatamento tra i quattro componenti che deve cementarsi negli anni, per cui sotto questo punto di vista abbiamo bisogno di tempo. Al momento l'obiettivo è quello di entrare tra i primi 10, poi, scalino dopo scalino, puntermo a salire sempre più nelle gerarchie mondiali".
Per concludere, che regalo vorresti farti per il 2012?
"Una medaglia ai Mondiali di Lake Placid".
http://www.wintersport-news.it/6691,News.html
Federico Militello
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